Dopo le tragedie del maltempo che hanno colpito la nostra comunità ticinese, con una violenza inaudita e ingiusta per delle vittime ignare del pericolo e innocenti con la solo colpa di essersi trovate al momento sbagliato nel luogo sbagliato, ci sembra doveroso constatare come l’uomo è inerme verso una natura. Una natura sbeffeggiata dall’uomo e mai rispettata, basti pensare all’avanzata del cemento in ogni dove senza alcuna pianificazione rispettosa del mondo che ci circonda. Guardando con brivido e anche incredulità a questo succedersi di disgrazie, che potevano essere evitate se solo il rispetto per la terra fosse stata una priorità da 50 anni a questa parte, ci rendiamo conto come i nostri problemi esistenziali siano nulla rispetto quel filo spezzato che non può più essere ricucito e lascia un vuoto tremendo a chi resta. Emozioni che non abbiamo mai vissuto e che non vorremmo mai vivere, dunque difficilmente comprensibili anche se immedesimandoci in una situazione irreale ci viene veramente voglia di mandare a quel paese chi, per il solo gusto di, reclama e polemizza su tutto, senza neppure immaginarsi che questi torti sono anche frutto di una cultura del nulla proiettata unicamente alla redditività senza alcun valore etico e morale dell’essere.
Cerchiamo, se ne siamo capaci, o se ne abbiamo la sensibilità, di migliorare i nostri rapporti verso il prossimo, di avere maggiore sopportazione, di comprendere le ansie del nostro vicino e con una carezza di gentilezza portare conforto, senza che questo sia monetizzato od abbia altri fini se non quello dell’amicizia e della solidarietà.