Da un trentennio mi occupo di turismo, prima come albergatore (una decina d’anni), poi in consessi sociali come associazioni e consigli di amministrazione pubblici di settore legati al turismo e infine come giornalista. Un pallino, forse un amore viscerale per la mia terra, il Ticino tutto. 30 anni di riunioni, assemblee, partecipazioni a conferenze stampe e sempre, sottolineavo l’importanza di una politica unitaria del territorio. Schernito a volte da qualche direttore di ente turistico locale, quelli per intenderci che prendono un pacco di soldi pubblici come stipendio e alcuni di loro non hanno mai operato nel settore e vengono nominati per appartenenza partitica. Ogni anno, alle varie assemblee, siano legate al turismo diretto che a tutti quei settori indotti legati al turismo, penso alla ristorazione, alle aziende di mobilità, a chi organizza eventi e via dicendo, si ripetono le stesse cose da anni. Il cantone inietta milioni su milioni senza una vera strategia comune, pensiamo all’inverno e capiamo subito come la politica turistica di questi anni sia stata obsoleta rispetto le esigenze dei turisti. Da anni scrivo sui miei media, perché gli altri non mi pubblicano talmente intenti ad imbonirsi i grandi per non perdere entrate pubblicitarie, che il turismo deve essere globale, si devono stanziare fondi non solo per i grandissimi eventi, ma ritornare a sostenere gli eventi anche nei piccoli comuni di valle e distanti dai grandi agglomerati.
Quando da anni scrivo che anche il turismo dei Ticinesi in Ticino è importante, vengo quasi deriso perché pensano i ticinesi di conoscere il Ticino. La più grande falsità in assoluto. Quando in tutte le riunioni a cui partecipo come giornalista mi rendo conto come le attuazioni non siano conseguenti alle parole dette, mi rendo conto che il Turismo è un tema che ci affosserà definitivamente se non riusciremo una volta per tutte a ripartire da basi nuove. Basta sentire frasi tipo “la mia regione è più bella”, “noi siamo terra di artisti”, “da noi la famiglia trova quello che cerca”, “noi abbiamo una rete di sentieri inimitabile”, tutto vero. Se invece di sentire frasi mirate su territori fazzoletti, sentissimo una sola frase del tipo in Ticino si trova tutto per tutti, avremmo già compiuto un passo per la riuscita di un successo, da troppi anni annunciato e mai arrivato. Non dobbiamo vendere la nostra bellezza, lo sanno tutti e bastano un paio di cartoline per dimostrarlo, dobbiamo cambiare il nostro approccio al tema, meno egoismo territoriale e personale e più unità di intenti, non solo a parole ma con i fatti.
Ognuno pensa di avere l’angolo più bello del cantone, ma tutti, senza i fondi cantonali e comunali, comunque statali, non sono in grado di fare un passo con le loro gambe. Ristrutturiamo tutto, dall’organizzazione interna plantigrada e poco elastica, come anche la struttura promozionale di un territorio straordinario, che per testardaggine e poca apertura mentale, si promuove a frammenti, diluendo gli enormi mezzi economici in piccole strategie di paese. Prendiamo una decina di persone attive nel tema e non “cadregai-burocrati strapagati” gestiti da vari consigli d’amministrazione partiticizzati alla massima potenza con gradi di competenza specifica vicina al nulla. Proprio per Pasqua, dove risorge Gesù e traccia una nuova via, in questa Pasqua così forte e diversa grazie alla minaccia dell’amico Covid19, dovrebbe spronarci a ripartire veramente, non a parole ma con i fatti.
Cancelliamo la partitica e la politica dal turismo, annulliamo un organigramma pesante e poco elastico nei suoi passi, smettiamola di sostenere solo eventi che apparentemente danno immagine, prendiamo un gruppo di dieci persone competenti dando loro obiettivi ben precisi da realizzare a termine. Dopo tre anni, chi paga, lo Stato, verifichi i risultati ottenuti e agisca di conseguenza. Abbiamo visto che alcuni Consiglieri di Stato hanno dimostrato gli attributi da statisti in questo periodo, si ricordino anche dopo di cosa sono e cosa noi, popolo vogliamo; essere condotti con mano salda verso il successo del benessere globale, verso il benessere della popolazione con lavoro, sanità e scuola efficaci. Vorrei vedere prima di morire realizzata la “Città Ticino”, non sulla carta ma nei nostri cuori, e dire non più amo il mio comune, ma sono ticinese della “Città Ticino”. Per arrivare a ciò, dobbiamo impegnarci tutti e molto. Ce la faremo a battere il Covid19 e ce la faremo a ritornare grandi e ad essere la regione del mondo più bella e ambita dai turisti in assoluto, unita e vincente!
Tra i turisti di questa “Città Ticino” anche noi ticinesi!
(ETC, Roberto Bosia, dir. ETiCinforma.ch & #fattoreETC bimestrale)
Faido, 12 aprile 2020, Pasqua