E’ chiaro che fino a quando il barometro del turismo viene misurato con solo i pernottamenti negli alberghi, difficilmente si potranno avere dei dati attendibili. Questa mattina, invitati da Elia Frapolli, vi è stata una bella chiacchierata sull’interpretazione dei dati. E’ vero che i pernottamenti nei primi 9 mesi dell’anno sono diminuiti dello 5,2% ma è altrettanto vero che anche il numero di letti e di molto diminuito, tanto da far capire che l’occupazione dei letti è migliorata rispetto 25 anni fa. Sono mancati, se parliamo di meri pernottamenti, gli Svizzeri mentre sia gli europei che il resto del mondo ha tenuto. S paragonati ai dati 2017, anno straordinario che ha visto la novità Alptransit e anche la campagna fatta dalla Raiffeisen Bank con i propri clienti, vi è una perdita di ca. 120 mila pernottamenti. Il canton Grigioni e Vallese hanno aumentato i pernottamenti grazie alle condizioni di innevamento delle piste straordinarie, cosa che in Ticino si è pagato per mancanza di strutture e diciamo noi per assoluta mancanza di pianificazione dei vari responsabili degli impianti Ticinesi, non in grado di fare un discorso professionale e turistico di alto livello.
Ma attenzione a vedere il bicchiere mezzo pieno; da 4 anni il fenomeno AirBnB che offre camere a costi contenuti, camere in abitazioni private e quant’altro ha contato nel 2018, primi 9 mesi, ben 350mila pernottamenti che assommati a quelli degli alberghi fa fare un balzo in avanti e permettere di affermare che il Ticino piace. Cambia solo il modo di approccio dei nostri turisti e di conseguenza deve cambiare anche il modo di fare turismo dei professionisti del settore. E’ evidente che le camere affittate sotto il cappello di AirBnB dovranno sottostare alle regole dei pernottamenti, pagando le varie tasse e via dicendo, diventando di fatto un’offerta alternativa, ma non di concorrenza sleale. Sarà da verificare che le regole vengano applicate. E’ chiaro che guardando sotto quest’ottica il turismo in Ticino ha concrete potenzialità di nuova crescita. Ma non tutto funziona questo è molto chiaro. Bisognerà fare rete, lo Stato mettendo a disposizione soluzioni e finanziamenti, gli operatori del settore attivandosi nel migliorare le proprie strutture, i commerci e ristoratori capire che si deve implementare le proprie offerte e non proporle fine a se stesse. Insomma mettendosi tutti i ngioco ed in rete, il turismo in generale potrà trarne molti benefici, così come di conseguenza l’economia e l’occupazione. Le basi è stato appurato ci sono e la volontà di molti operatori alberghieri di migliorarsi è pure presente. La politica dovrà ora liberalizzare il commercio, e altri piccoli stratagemmi per far sentire il turista coccolato e andare incontro al turista.

Quando si capirà che non è il turista a doversi adattare ai nostri comodi ma siamo noi che dobbiamo capire il turista e metterlo in condizione tali da rendere il suo soggiorno il più bello possibile. Le premesse ci sono, ora spetta solo il prossimo clic per vincere definitivamente la sfide, per i vantaggi di tutta la popolazione residente. Non dobbiamo dimenticare che i turisti arrivano in Ticino e restano in strutture diverse: Hotel il 28%, camping il 10%, ostelli il 5%, appartamenti affittati l’8%, le residenze secondarie il 36% e dormire presso parenti e amici ben il 13%. Questo ci fa capire molto, e ci fa capire che il turismo non è solo pernottamenti alberghieri ma moltissimo altro. E questo moltissimo altro sarà la chiave della soluzione finale.