Sempre in ogni gara, vi è un vincitore e uno sconfitto. Sempre dopo ogni gara le polemiche sterili dei capi fazione o dei fans più estremi. Sempre la tendenza a giustificare nella sconfitta gesta terze che hanno influito nel risultato. Sempre e solo scuse da chi dovrebbe tenere un profilo basso e non aizzare gli altri tifosi in scorribande verbali poco edificanti. Gli arbitri sbagliano, nel calcio, come nel basket e nell’hockey, l’errore è umano, ma alla fine questi errori si compensano. Stona, una nota di colore sbiadita, voler sempre giustificare una sconfitta gettando fango sull’avversario, o sugli arbitri come se una forza ancestrale sia da sempre contro quella o quell’altra squadra. Ci sono fatti durante una partita, una gara che possono fare discutere ma se nel corso di una stagione una squadra è in fondo alla classifica e un’altra è in cima, ci sarà pure un motivo. Fa male vedere i vari capi delle fazione o club di fans scagliarsi violentemente, in forma verbale, contro quello o quell’altro fatto, peggio ancora contro le persone. Leggere in facebook i commenti dopo ogni partita, in questo caso di Hockey meriterebbe molta più attenzione da parte delle autorità che quel lasciar sempre correre per non peggiorare la situazione. La violenza nei socialnetwork non è mai fine a se stessa ma subdolamente incita ad altra violenza, e tutti tacciono. A noi poco importa se chi scrive insulti sia blu o nero, a noi preme che queste persone, nome e cognome, vengano sanzionate e lasciate a riflettere nel loro brodo via dalle piste e da internet. Invece si “eroizza” il tifoso bianco blu che eludendo la sicurezza (ammesso che vi sia la sicurezza) ha tentato di assaltare un giocatore avversario a fine partita. Se questa è il concetto di sicurezza e giustizia, non lamentiamoci se poi la nostra gioventù crescerà senza principi e certa che ogni pensiero o idea debba essere sostenuto con la violenza. Urge voltar pagina, non a parole ma con i fatti e qui sono le dirigenze le prime corresponsabili di queste gesta riprovevoli.