Sogno o son desta? E’ la prima cosa che ho pensato leggendo il delirante (eh si perché non saprei proprio come altro definirlo) articolo di Paolo Pamini sul CdT odierno.
A scioccarmi maggiormente è il fatto che a fare una proposta tanto dissennata sia un giovane.
Ma non abbiamo davvero imparato nulla? Ci sono fior di statistiche che mostrano il contrario di quanto vuole dimostrare Pamini. Una società armata sarebbe una società più sicura? Una società in cui si insegna dente per dente? Stiamo forse considerando l’idea che in fondo la giustizia sommaria sia quella di cui abbiamo bisogno? Di questo passo ognuno sarà legittimato a farsi giustizia da sé, secondo criteri personali. Le armi chiamano alle armi e alla violenza. Questa è l’unica verità e una società pacifica e non violenta la si raggiunge seguendo altri percorsi.
Da notare tra l’altro il ripugnante maschilismo, l’arma portata dagli uomini. E certo noi donne stiamo in casa, in cucina ad occuparci dei figli mentre i nostri forti e orgogliosi mariti stanno di vedetta sul balcone con il fucile imbracciato. Eliminare TUTTE le armi, questo potrebbe essere un buon punto di partenza, non diffonderle.La Confederazione e il Cantone negli ultimi anni hanno moltiplicato gli sforzi per lottare contro la violenza giovanile attraverso per esempio campagne contro il bullismo. Ricordiamoci che il Consiglio di Stato del Canton Ticino ha ritenuto prioritario mettere a punto una strategia cantonale di prevenzione della violenza che coinvolge i giovani e proprio quest’anno Lugano ha ospitato in maggio la terza Conferenza nazionale “Giovani e Violenza”.
Sembra una banalità ma quando si va a votare bisogna capire bene vicino a che nome si mettono le crocette. Ma ci rendiamo conto di che società vuole questa gente? Concludo dicendo che certe affermazioni non possono semplicemente giustificarsi con l’intento di lanciare una provazione, si tratta dichiarazioni gravi e totalmente irresponsabili.