E’ vero che la legge permette tutto e di più, ma è anche vero che in alcune vallate del cantone il turismo ha difficoltà ad attecchire e magari lascia poco come indotto. Da anni sentiamo i soliti ritornelli di funzionari statali, e peggio ancora studi di USI e SUPSI, che in teoria raccontano una storia, ma non la storia vera.
Il turismo inizia e termina dalla pancia, saziare la “panza” ma se proprio i ristoratori creano casino con gli orari, permessi sia chiaro, ma non tutti notificano correttamente gli orari ai propri municipi e tanto meno a volte sono indicati all’entrata dei locali. Noi abitanti dei luoghi abbiamo difficoltà a seguire gli orari di apertura e chiusura, i giorni di riposo, poi se i festivi sono aperti o chiusi, insomma mettiamoci nei panni del turista e voilà che la frittata è fatta. E’ chiaro che in località turistiche tenere aperto è molto più semplice e redditizio, ma proprio in quelle località “desertificate” e molte volte causa di se stesso, il fatto di non avere un piano comunale di apertura chiara dei vari locali pubblici, si ritorce all’immagine della regione e ad eventuali investimenti fatti dal settore pubblico a favore di incentivare le attività turistiche.
Proprio per la tipologia del territorio, se un cittadino desidera andare in valle, per passare una bella giornata, dovrebbe avere la certezza che alcuni ristoranti siano aperti e ci si possa sfamare. Il ristoratore, lavoro pensante e poco redditizio in luoghi discosti, deve metterci la grande passione nell’accogliere e rendersi conto che non è solo un imprenditore ma è un ambasciatore del territorio in cui opera.
Purtroppo di esempi negativi ve ne sono alcuni e ne bastano pochi per rovinare la “Fiesta” a chi, con dedizione e passione, e sono ancora molti per fortuna, si dedica alla ristorazione. Ma non spetta ai vari Municipi regolamentare la situazione degli orari, giornate di riposo e festivi?
Forse va preso atto della situazione e vanno valutate soluzioni tali da permettere al ristoratore di essere presente sempre sul territorio.
Continuiamo a leggere di grandi soldi pubblici versati al settore, ma forse una parte di questi potrebbero essere versati ai piccoli ristoratori di valle, ai grotti discosti, per permettere di presentarsi tutti compatti a favore delle nostre tradizioni e eccellenze territoriali. Tutti quelli che si sciacquano la bocca con la parola “turismo”, i politici ne sono maestri, ma anche i vari direttori di agenzie turistiche e operatori comunali, dovrebbero chiedere a se stessi e rispondere onestamente: loro farebbero le ferie in questi comuni dimenticati da Dio e anche dagli uomini`?