A pochi giorni dall’appuntamento con le urne voglio ribadire che due tra gli oggetti in votazione il 28 febbraio saranno determinanti per il futuro del nostro Cantone: il risanamento della galleria autostradale del San Gottardo e la nuova legge sulle aperture dei negozi. Si tratta, in entrambi i casi, di scegliere tra futuro e passato, tra coraggio e paura, tra rinnovamento e immobilismo. Pur essendo votazioni che riguardano temi diversi, entrambe toccano le condizioni quadro sulle quali dobbiamo puntare per migliorare l’attrattiva del Ticino. Per garantire occupazione, benessere e competitività economica.
Al risanamento del Gottardo bisogna votare Sì per almeno due semplici motivi. Il primo è la sicurezza. Il secondo è che, senza la seconda canna, il Ticino resterà isolato dal resto della Svizzera e dell’Europa per tre anni. Perché, volenti o nolenti, la galleria andrà risanata.
A chi si oppone, pongo questa domanda: chi pensate che deciderà ancora di investire in un Cantone destinato all’isolamento dal resto della Svizzera? Gli oppositori stanno facendo di tutto per denigrare il progetto con fanatismo ideologico ma, soprattutto, senza essere mai riusciti a proporre una valida alternativa.
Il risanamento del tunnel è stato inserito in una legge specifica, che impedisce di utilizzare la galleria con due corsie per senso di marcia. Ecco perché il traffico non aumenterà e la seconda canna non inciderà dunque sui volumi di traffico del Sottoceneri.
Gottardo che resta una delle gallerie più pericolose d’Europa: dal 1980 ad oggi si contano infatti ben 37 morti, contro i 9 del tunnel del Seelisberg, aperto nel medesimo anno e con un volume di traffico superiore al Gottardo! Il fanatismo e le motivazioni ideologiche paralizzano il progresso e uccidono lo spirito imprenditoriale, senza il quale l’economia muore. Pensiamo al turismo, che già sta vivendo una crisi epocale: proviamo a immaginarci gli effetti devastanti che avrà su questo settore una chiusura prolungata dell’unico collegamento autostradale con il Nord delle Alpi. Pensiamo alle relazioni d’affari internazionali, alla piazza finanziaria, che già vive gravi difficoltà… Pensiamo ai nostri posti di lavoro!
Vengo ora alla legge sul commercio, che si propone di creare regole chiare e valide per tutti in un settore dove oggi dominano il caos, la disparità di trattamento tra i negozi e l’incertezza delle deroghe. Anche in questo caso gli argomenti degli oppositori, che contestano il prolungamento delle aperture di una sola mezz’ora (dalle 18.30 alle 19) sono inconsistenti e ideologici.
Si pensi che oltre il 40% dei dipendenti della vendita lavora già oggi in negozi che chiudono alle sette di sera!
La nuova legge va incontro alle esigenze dei consumatori, alle esigenze di una società che dal 1968 (data dell’attuale legge) è radicalmente cambiata nei ritmi e nelle abitudini di vita.
La nuova legge prevede inoltre l’introduzione di un contratto collettivo per il settore della vendita, con l’obiettivo di migliorare e non di peggiorare le condizioni dei lavoratori. Votare Sì significa contribuire a dare una boccata d’ossigeno a un altro importante settore della nostra economia che sta soffrendo la crisi. Ecco dunque due temi ai quali dobbiamo dire Sì al fine di migliorare l’attrattività del nostro Cantone.