Domenica 11 settembre riparte ufficialmente la stagione del rugby.
La palla ovale, che rimbalza dove vuole, imprevedibile, come la vita, torna tra i pali e il verde manto erboso del campo di Muzzano.
Tante novità in casa bianconera, a cominciare dal fatto che il Club ha iscritto due squadre seniores, una nel campionato di LND e l’altra in quello di LNB. La possibilità è quella di dare a tutti o meglio a tanti, la possibilità di misurarsi in maniera agonistica con il rugby.
Il campionato di LND è per neofiti e questo può aiutare chi sia avvicina da poco al più nobile tra gli sport.
Giocatori che vanno e alcuni che arrivano, lasciano sempre nell’incertezza lo staff tecnico di Lugano, che ogni anno deve resettare il precedente e ripartire, una sfida che un po’ logora e dall’altra piace e dà stimoli nuovi.
Occorre però chiedersi come sta il rugby in generale, uno sport che, per antonomasia, mette davanti a tutto il concetto di squadra, che si vanta di avere valori come il rispetto, l’umiltà, la passione, io ci aggiungerei anche il coraggio, perché ogni volta che in campo occorre fare una scelta ci vuole coraggio.
Tutti questi valori, che per fortuna spesso ritroviamo, sono oggi minati da una cultura dove L’IO prevale sul NOI, dove le scelte personali, a volte anche egoistiche, vengono prima di quelle collettive, dove l’altro è una minaccia prima che una risorsa, lo dimostra la situazione sociale a livello globale.
Il rugby potrebbe essere oggi l’occasione per mettersi in discussione e aprirsi al mondo del Noi: la mischia, quella macchina che produce i palloni per i tre quarti, quelli che fanno le mete, diventa simbolo del collettivo, stretti in otto a spingere, a fare fatica, per il gruppo, per la meta, per una vittoria, per NOI del Rugby Lugano.
Questa è la sfida, che parte dal settore giovanile del club, fiorente, strutturato e competente, fino ai più grandi: la grande vittoria non sarà quest’anno l’ennesimo campionato vinto, ma che a fine stagione, il Noi prevalga sull’IO, una meta in mezzo ai pali e un abbraccio tra tutti, per esserci arrivati insieme.
Buon rugby a tutti
Alessandro Borghetti