La stagione alpestre che sta per finire sarà certamente ricordata come una delle più scoraggianti per le insistenti predazioni da lupo che hanno messo ulteriori alpeggi a rischio di abbandono. È perciò con indubbia soddisfazione che l’APTdaiGP ha preso atto di due notizie, una di portata regionale e l’altra di significato internazionale, che aprono qualche barlume di speranza nella dolorosa vicenda delle devastazioni perpetrate dai grandi predatori.
La prima (metà-buona) notizia è la Risoluzione governativa 4585 del 25 settembre che decreta finalmente l’autorizzazione di abbattimento di un esemplare della coppia di lupi che ha spadroneggiato negli alpeggi sovrastanti Gordevio. Le ripetute predazioni hanno causato lo scarico anticipato di due greggi ed hanno profondamente scoraggiato gli alpigiani mettendo in forse le estivazioni future.
Sapere che il Cantone intende intervenire è certamente motivo di consolazione, anche se questa decisione è sopravvenuta solo dopo accese insistenze da parte degli allevatori, delle autorità locali e della nostra Associazione.
Alcuni passaggi della decisione non mancano di suscitare grande perplessità come l’incongruenza sull’identità del maschio della coppia, che nelle risposte ricevute a fine agosto era denominato M429, mentre nella Risoluzione è citato come M440. Fortissimo scetticismo suscita pure la ristrettezza della zona prevista per l’abbattimento, che è palesemente incompatibile con il territorio di caccia della coppia. Comunque sia, se l’operazione di abbattimento dovesse avere successo, è possibile che gli allevatori coinvolti si sentano incoraggiati a continuare l’attività.
La seconda (questa invece eccellente) notizia è che i 27 stati membri dell’EU hanno formalmente approvato la riduzione del livello di protezione del lupo nell’allegato III della Convenzione di Berna (CdB) da “assoluta” a “semplice”. La CdB firmata nel 1979 da 46 nazioni europee e 4 Stati africani elenca i livelli di protezione di alcune centinaia di specie animali e vegetali. Fra queste troviamo appunto il Lupo europeo che vi è tutt’ora classificato come meritorio di protezione “assoluta”.
La decisione comunicata ieri è il frutto di intense discussioni durate un paio di anni e dovrà essere ancora avallata dal Consiglio UE competitività. Poi bisognerà attendere le ulteriori ratifiche e la pubblicazione della nuova direttiva.
Ricordiamo che lo status privilegiato di protezione assoluta era stato assegnato al lupo in maniera assolutamente ingiustificata, poiché il livello di pericolo di estinzione della medesima specie è definito negli elenchi della International Union of Nature Conservation (IUCN) come “non preoccupante”. Questa eccessiva protezione è stata la causa principale degli impedimenti pratici di gestione di questo predatore da parte degli Stati firmatari. La rapidissima espansione del lupo nei paesi europei (da poche centinaia di esemplari prima del 1998 ai circa 30’000 esemplari stimati ad oggi) ha di conseguenza messo in enorme difficoltà gli allevamenti a pascolo libero.
Anche le nostre Autorità si sono dimostrate inizialmente molto riluttanti nell’introduzione di misure di contenimento efficaci del predatore. Negli ultimi due anni c’è stata fortunatamente una svolta decisiva. Naturalmente, il ruolo di oppositori accaniti delle misure di contenimento è stato sin da subito assunto dalle associazioni animaliste e ambientaliste, che non hanno mai mancato di invocare appunto la sacra intangibilità dei principi della CdB. Ci aspettiamo ovviamente qualche tentativo di intralcio da parte delle medesime cerchie sulla prospettiva di declassamento del livello di protezione.
Se, come sembra, anche questo ostacolo giuridico diventerà effettivamente obsoleto, potremo finalmente sperare in un radicale cambiamento di rotta dove gli Stati potranno finalmente agire con il necessario pragmatismo.
Osiamo sperare che le autorità federali e cantonali sappiano cogliere con la necessaria prontezza questa preziosa opportunità per ridare fiato alle attività di allevamento alpino a pascolo libero, e che un atteggiamento analogo venga dimostrato anche dagli Stati confinanti.
Sull’onda di questa ritrovata speranza non ci resta che augurare a tutta la cittadinanza che ha sempre sostenuto la nostra causa, così come a tutti gli allevatori e tutte le allevatrici, un futuro un po’ più sereno di quello che si prospettava fino a qualche giorno fa.
Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori (APTdaiGP)