Comunicato stampa congiunto della Società agricola Bleniese e dell’Unione Contadini Ticinesi
PRESENZA DEL LUPO IN VALLE MALVAGLIA
La Società agricola Bleniese ha preso atto con grande preoccupazione della presenza accertata di un feroce lupo in Valle Malvaglia, che ha già causato la perdita verificata e sicura di almeno tre animali a un allevatore della zona.
La situazione è ulteriormente preoccupante perché nei prossimi giorni dovranno salire sui pascoli della nostra valle un numero considerevole di animali tra pecore e capre, dato che le scorte del foraggio invernale sono agli sgoccioli e gli animali scalpitano per finalmente uscire al pascolo a consumare l’erba fresca e migliore per le loro esigenze.
Premesso che la nostra Associazione, così come tutte le altre maggiori associazioni di categoria presenti sul territorio e direttamente coinvolte (per esempio Unione Contadini Ticinesi), è sempre stata contraria alla reintroduzione dei grandi predatori nelle nostre regioni, ci siamo attivati con le autorità competenti, per individuare delle misure per salvaguardare gli animali da possibili nuovi attacchi.
Purtroppo le possibilità di difesa da parte degli allevatori, viste le particolarità della zona, tra estensione e conformazione del territorio, sono molto limitate per non dire inattuabili. La recinzione notturna e la sorveglianza continua delle greggi è impossibile da praticare specialmente in questo periodo, data la grande dispersione e il numero elevato di animali.
Siamo nuovamente di fronte, come successo in altre zone del Cantone, a una messa in pericolo di un’attività che consente, oltre al sostentamento di diverse famiglie contadine, il mantenimento di un territorio e paesaggio, altrimenti soggetto al completo abbandono a favore di un bosco sempre più fitto e dopo pochi anni inaccessibile alla popolazione (= perdita di territorio per tutti!).
La nostra Associazione (come altre in altre regioni del Cantone) sta portando avanti diversi progetti che favoriscono ecologia, la biodiversità e il paesaggio in Valle. Questa minaccia mette seriamente in pericolo anche la riuscita di questi, se vengono a mancare gli attori principali.
Si ripresenta quindi con forza il tema dell’opportunità di consentire e favorire la presenza dei grandi predatori su un territorio limitato come il nostro e in forte contrasto con l’attività agricola e pastorizia, che ne garantisce il mantenimento da secoli. Questo, pure in forte contrasto con la tanto decantata volontà di favorire le zone rurali, montane e periferiche. Come rappresentanti del settore agricolo della Valle, non possiamo che ribadire con forza la nostra opposizione a questo assurdo modo di pensare di diversi ambienti che, per lo più hanno perso il contatto e la percezione di cosa significhi vivere e operare nelle nostre zone e, per lavarsi la coscienza, applaudono al ritorno di questi predatori come a un successo.
Non è accettabile che un lupo valga più di 25 pecore e nessun allevatore è disposto a barattare la vita dei suoi animali con un indennizzo in denaro, sull’altare di una visione distorta della natura che proviene da comode scrivanie situate spesso lontane dal centro del problema.
Chiediamo quindi, in collaborazione e pienamente supportati dall’Unione Contadini Ticinesi che è l’Associazione di categoria del settore primario in Ticino, alle autorità competenti a tutti i livelli, di adoperarsi in ogni modo per risolvere alla radice il problema e non unicamente con misure che, di fatto, nelle nostre condizioni, non sono applicabili e sostenibili. E questo, anche tenendo conto senza ulteriori esitazioni della volontà politica delle Camere Federali che hanno recentemente accettato diverse mozioni che esigono una chiara diminuzione dei grandi predatori in Svizzera.