(In fondo articolo galleria fotografica e video degli interventi) Alla presenza dello stesso architetto Botta, del presidentissimo biancoblu Filippo Lombardi e del sindaco di Quinto Valerio Jelmini siamo stati informati sullo studio di fattibilità per l’inserimento della nuova pista di ghiaccio Ambri Piotta nel comprensorio del comune di Quinto.
Dopo tante ipotesi studiate, quella che si prestava meglio allo scopo era quella da inserire nel comparto aerodromo. Preoccupazione importante era che questa nuova costruzione, qualcosa come 150 mila metri cubi, dovesse essere inserita senza deturpazione del paesaggio. Questa era anche una delle principali preoccupazione del Municipio di Quinto per non essere poi citati nella storia quel Municipio che aveva permesso una edificazione che “stortasse” l’ambiente del paesaggio. Di certo, e qui tutti si sono trovati concordi, la pista di ghiaccio fine a se stante, non avrebbe alcuna possibilità di camminare finanziariamente sulle proprie gambe, tanto che sull’esempio di altre strutture ci si è convinti che necessitava una costruzione collaterale che permettesse l’organizzazione di grandi eventi e via dicendo. Sono stati in questo modo definiti i contenuti collaterali, quelli che dovrebbero portare l’indotto economico pari ai 2/3 rispetto gli incassi della squadra di hockey: si parla di una sala ghiaccio di 600 mq per l’Accademia Sportiva, una palestra, una piazza-spazio eventi di ca. 400 mq, un atrio-galleria, superfici da adibire a spazi commerciali come negozi per altri 400 mq, al terzo piano uno spazio di 900 mq da affittare ad uffici amministrativi e vari, un ristorante di 650 mq, cucine e depositi come anche una terrazza sopra il ristorante. Queste attività di cui sopra elencate, sono da considerare “strutturali” per un funzionamento tale da arricchire le offerte che la valle Leventina dovrà inventarsi dopo la messa in esercizio della struttura polivalente, considerando anche che la NEAT escluderà dal 2017 la possibilità di fermarsi direttamente in Leventina. La grande sfida sarà proprio quella di convincere tutto il Ticino a voler usufruire di una struttura, unica nel suo genere, come capienza e accessibilità. Una sfida alla quale il Municipio di Quinto si sente pronto di affrontare. Dall’autostrada si vedrà unicamente il tetto metallico e considerando la storia gloriosa del club, si è studiato un “Capriccio” per identificare la struttura ai passanti in auto lungo la valle; un dodecaedro stellato alto ca. 20 metri sul quale apparirà lo stemma del club e di certo nomi di aziende che non vorranno perdersi l’occasione ghiotta di legare il proprio nome a quello del club.
Passando velocemente al tema finanze, questa struttura costerà attorno ai frs. 45 mio, di cui ca 17 mio arriveranno come contributi di delocalizzazione, contributo del CdS alla politica regionale e come Sport-toto. Il resto va cercato tra investitori privati, sperando anche in donazioni di ditte che prendono a cuore il bene di un’intera regione. Il sistema degli appalti è studiato in maniera che possano lavorare ditte del luogo o regionali, evitando di proposito concorsi internazionali che vedrebbero la nostra imprenditoria in difficoltà anche per la decisione di qualche giorno fa della BNS di liberare il cambio Franco-Euro.
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