La super pista di ghiaccio, la pista più lunga d’Europa, il Sanatorio, Campra, le Terme di Acquarossa, ora la fermata Alptransit e avanti di questo passo. Milioni e milioni di investimenti previsti con progetti che puntualmente cadono al primo scalino, quello dove gli investitori o presunti tali devono dalle parole mettere mano al borsino. Con i nostri politici che sguazzano in questa marea di fanta progetti, che sanno non decolleranno mai ma che permette loro di impostare la campagna elettorale sotto luce diversa. Ci decantano prospettive rosee con un economia che sarà trainante per la regione e per il Ticino, descrivendoci quello che non sarà mai. E noi che cadiamo nella loro rete oratoria senza renderci conto che ci raccontano un sacco di mezze verità. Se di questi mega progetti nei quali si dovrà far capo alle risorse dello Stato riuscissimo ad essere realisti e anche concreti troveremmo certo un terreno fertile per ritornare a far girare l’economia. Dobbiamo spendere milioni su milioni per 5000 tifosi e anche un po’ frustrati, dobbiamo spendere 50 milioni per un’Accademia dello sport quando a pochi chilometri vi è Tenero con il Centro Sportivo nazionale, le Terme che illudono ogni dieci anni per poi vedere i presunti investitori dileguarsi e dobbiamo investire tanti soldi per una popolazione obsoleta nelle idee che non vede oltre al proprio naso. Se chiedete ad un commerciante di sostenere un’iniziativa ti risponderà io cosa ci guadagno, non vedrà che aggregarsi alle innovazioni porterà guadagni e sopravvivenza futura, perché se continuiamo a contestualizzare l’oggi rispetto al domani saremo condannati alla povertà certa e diventeremo un popolo ancora più sussidiario. Investiamo tutti questi soldi nel mentale della nuova classe imprenditoriale, dando loro mezzi, aziende ed attrezzature moderne per essere competitivi. Aiutiamo gli artigiani, i ristoratori, i commercianti con iniezione di soldi dopo avere lavorato sul loro mentale, garantendo loro la concretezza degli affari e chiedendo loro l’assunzione di apprendisti locali e di personale indigeno. Quando sentiamo dei politici, e ieri uno lo abbiamo sentito, che dicono di investire milioni su milioni in progetti anche fallimentari ma che comunque portano indotto, ci rendiamo sempre più conto come la nostra classe politica non sappia gestire le comunità e sia altamente irresponsabile nell’uso delle risorse pubbliche. Aiutiamo le famiglie, finanziando le donne sposate che partoriscono per ritornare a fare le mamme a pieno titolo, liberando tanti posti di lavoro combattendo la disoccupazione con una visione di società e non semplicemente versando indennità e poi chissenefrega. Basta illusioni con mega progetti ma concretezza nel microterritorio e aiuto fondamentale agli imprenditori esistenti o a quelli locali, pensiamo ai giovani, magari a quelli che desiderano aprire una loro piccola attività in loco. In questa direzione dobbiamo operare e allora di certo non avremo bisogno di mediatizzare progetti folli per far capire che esistiamo. Si tratta di cambiare radicalmente le premesse degli aiuti statali per permettere a medio termine che le 3Valli riescano a camminare con le loro gambe. Tutto il resto ha il sapore di una presa per i fondelli e noi che ci viviamo in questa magnifica regione siamo stufi di sentire mezze verità e di farci illudere, il tempo delle mele è terminato. (ETC/rb)