Ammesso e non concesso che la direzione sia quella giusta. Da una ventina d’anni la storia più o meno è sempre la stessa, dove le cifre rosse imperversano causa la meteo. Ma non è solo la meteo, statene certi. La meteo serve per coprire le cose non fatte e che si dovrebbero fare. Andiamo contro corrente, per noi è veramente un qualcosa di strano. Ammettiamo che le autorità mettono a disposizione le strutture, la logistica, il marketing (lacunoso, molto lacunoso) e anche DL. Si parte con la stagione entrante già con la certezza del “buco”.
Così non dovrà più essere anche perché a breve termine, la popolazione che paga le tasse, si annoierà di vedere le risorse statali erose da progetti fantasiosi e molto creativi che non partoriscono, mai, i risultati sperati. Abbiamo delle fortune immense, una su tutte: il buon Dio ci ha regalato nell’alto Ticino e non solo, un territorio meraviglioso. Ci ha regalato l’intelligenza, molte volte mal interpretata da chi occupa i posti dirigenziali e spera che noi, genere umano sviluppassimo la voglia di vincere la sfida contro la meteo. Forse il buon Dio si è illuso.
Gli impianti invernali, sbagliato chiamarli invernali, devono funzionare almeno 9 mesi all’anno a pieno regime. I soldi pubblici servono per le infrastrutture e il marketing. Ma poi bisogna rendersi conto che sciare è uno sport per pochi perché carissimo. Inutile che ci dicono che non è vero. Quelli che ce lo vogliono fare credere sono persone che hanno redditi alti, ma per la famiglia praticare lo sci è diventato proibitivo. Allora servono iniziative, molte, ma molte di più che siano affini all’inverno e alla neve ma che possano coinvolgere molti più visitatori delle nostre stazioni. Quelle strutture che lo hanno capito e propongono non solo sci, stanno vincendo la sfida, le altre sono destinate miseramente a chiudere. In questo caso sarebbe bello e doveroso prendere quei politici che ci hanno promesso l’impossibile e mandare loro il conto finale da saldare privatamente. Troppo facile fare promesse con i soldi degli altri.
Prendiamoli per la gola i nostri turisti, con strutture pulite ed efficienti, con prezzi giusti e mettendo loro a disposizione slitte, cavalli, giochi d’inverno, ciaspolate e tutto quanto può attirare la massa. Poi a fronte di questo ci vogliono gli imprenditori privati, gli albergatori e ristoratori come anche i commercianti che scendano dal mirtillo e si diano da fare anche loro. La gente non vuole il fegato d’oca e champagne, vuole accoglienza, mangiare nostrano, prezzi giusti e… quando desidera informazioni i vari uffici del turismo cantonali e comunali aperti il sabato e la domenica.
Nulla di tutto questo e allora ogni anno ci leccheremo le ferite, vi saranno meno impiegati nei vari ristoranti e commerci e le regioni dovranno sempre più essere sussidiarie ai grandi centri, con una grande frustrazione di incapacità.
Che lo si dica una volta per tutte: signori commercianti smettetela di prendere i clienti per il collo ma offrite servizio, ancora servizio e prezzi abbordabili.
Se questa volta gli sforzi del pubblico vengono approvati, si può fare di meglio, vedi commissionare studi di anno in anno a SUPSI e USI che partoriscono risultati che noi vediamo ogni giorno senza aver studiato, la strigliata di orecchie va ai privati che devono darsi una mossa e cercare, visto che le loro risorse sono limitate, di trovare la via comune e appoggiarsi a chi potrebbe promuoverli, tutti assieme senza creare enormi oneri finanziari. Ma nulla i nostri commercianti sono solo capaci di cercare di trarre il massimo dal minimo per oggi e domani ci penseremo.
Con queste premesse sembrano inutili gli sforzi pubblici se non supportati dai privati. I ristoratori e commercianti a lamentarsi sono fantastici. Ma forse se si guardassero una volta tanto allo specchio e si facessero qualche domanda troverebbero le risposte e soluzioni. Tutti questi sono come li chiama Sciscià “ominicchi”.
La teoria di alcuni imprenditori del luogo sono: spese zero deve pensarci lo Stato, servizio se mi pagano loro il personale forse lo assumo, gli incassi sono tutti nostri e di nessun altro.
Con queste premesse non andiamo da nessuna parte. Siamo coscienti che non è facile, ma questa è l’unica via da intraprendere, tutti assieme, pubblico e privato con una sola motivazione: l’amore per dove si vive!
(ETC/rb)