Parliamo oggi della vergogna delle nostre casse malati e vogliamo portarvi come esempio la famiglia Rossinetti (nome assolutamente di fantasia) composto da mamma, papà e un ragazzo di 17 anni. Questa famiglia è in difficoltà economica, pur lavorando entrambi gli adulti ma con un salario poco dignitoso per entrambi, hanno sottoscritto le loro polizze casse malati con una franchigia di Frs 2500.-.
Man mano che l’età avanzava per gli adulti, il papà avendo avuto bisogno di cure ha diminuito qualche anno fa la sua franchigia al minimo consentito di franchi 300. La mamma ha continuato con la franchigia alta fino a che, l’anno scorso è successo che ha necessitato pure lei di cure sanitarie importanti presso ospedali e dottori. Avendo la franchigia massima, i primi 2500 Franchi sono a carico dell’assicurato. Sono arrivate due fatture da parte della cassa malati; una di 1100 franchi e l’altra di 1230 franchi. Al ricevimento di queste fatture, subito la famiglia, non essendo in grado di pagare interamente l’importo totale, ha chiesto una rateizzazione per le due fatture. La cassa malati (Helsana in questo caso ma abbiamo documentazione che pure le altre non peccano per poca elasticità) ha accettato la rateizzazione per la prima fattura mentre per la seconda fattura non l’ha accettata e come risposta ha inviato un precetto esecutivo, dopo i vari richiami e solleciti come da prassi. Il risultato è che la famiglia non avendo chiesto il sussidio per l’anno in corso, perché negli anni passati succedeva che automaticamente si inviava il relativo formulario nel corso del mese di agosto, si è ritrovata anche a dover pagare un premio di 1000 franchi al mese per la copertura sanitaria. Inoltrata la richiesta di sussidio nel corso del corrente mese di gennaio presso l’Istituto delle assicurazioni sociali per evitare di essere iscritti nella lista nera (quella che non ti garantisce più alcuna copertura sanitaria – siamo in Svizzera !) viene risposto che il sussidio verrà concesso dal mese successivo di quello in cui è stata fatta la domanda, ammesso che ci siano le condizioni per il sussidio. Il danno della situazione è che l’Istituto di Assicurazioni Sociali risponde che non potrà concedere il sussidio se queste due fatture di grandi importi non verranno pagati entro due settimane. Nel caso di mancato pagamento, (ci domandiamo se non riesce questa famiglia a pagare prima come farà in quella settimana a pagare e anche una questione di logica), la famiglia verrà inserita nella lista nera dunque levata dalle coperture assicurative normali e potrà far capo unicamente a cure d’urgenza a carico del Cantone. Questa famiglia vedendo la mal parata fa i “salti mortali” chiedendo prestiti a terzi per poter far fronte a questo impegno (penalizzando evidentemente altre fatture). Sappiamo tutti che questo gioco è il gioco pericoloso di una socialità detta ma di fatto non reale. Il buon senso dovrebbe far capire che chi ha difficoltà a pagare il premio delle casse malati sottoscrive una franchigia 2500 franchi facendosi del male, ma perché pur sapendo di farsi del male non può far fronte a premi di cassa malati più elevati. Il fruitore del sussidio cantonale, lo è nella misura in cui non ha capacità economica per far fronte ai premi esageratamente cari imposti dagli assicuratori e sostenuti dalla classe politica. Se questa è la nostra socialità che serve solo per far star bene i benestanti, o la classe media, e per chi è veramente in difficoltà grazie al gioco diabolico degli assicuratori casse malati, che mette dunque a repentaglio la salute dei cittadini che per anni e anni hanno pagato dei premi in surplus rispetto il dovuto. Ci domandiamo dove è la solidarietà tra le persone e la tanto paventata socialità non è null’altro che un dovuto politichese senza che il buon senso abbia il soppravvento.
Con questa situazione descritta, chi non ha un parente o qualcuno che possa sopperire alla situazione, entra in un vortice dal quale non ne uscirà mai più, se non con la conclusione di doversi iscrivere all’assistenza, generando poi altri problemi di natura psicologica e di abbassamento del proprio statuto di personalità. Se a trovare le soluzioni, ci appoggiamo a politici che non conoscono la tematica se non a livello prettamente teorico, difficilmente troveremo delle soluzioni per evitare che cittadini Ticinesi o residenti possano dignitosamente risolvere i propri problemi, non voluti da loro stessi ma da una società malata che antepone la redditività di pochi a scapito di tutta la popolazione. A modo nostro questo sistema di voler risolvere la socialità ha semplicemente del vergognoso.
Il ridicolo poi che i funzionari dell’IAS scrive nella lettera alla famiglia in dififcoltà: “… d’ora in poi è quindi di vitale importanza che lei paghi regolarmente e puntualmente i premi mensili, le partecipazioni e le procedure esecutive in corso, allo scopo di mantenere attiva la copertura assicurativa” LA FAMIGLIA ROSSINETTI AVEVA PROPRIO BISOGNO DI QUESTA OSSERVAZIONE…. ma per piacere¨!!!
ETC/rb
(Nei nostri uffici abbiamo tutto documentato e per ovvie ragioni abbiamo dato un nome di fantasia)