Non volevamo crederci e per questo non abbiamo scritto nessun articolo. Sarebbe stato incredibile e vergognoso che imprenditori del Ticino avrebbero colto la palla al balzo per diminuire gli stipendi anche ai locali. E come sempre gli imprenditori, ogni volta che si presenta un problema tentano di risolverlo alle spese dei lavoratori ticinesi. Che vi sia una decurtazione dello stipendio per i frontalieri, anche se non dovrebbe essere pratica corretta, è più che condivisibile per il semplice fatto che anche con decurtazione del 20% gli stessi frontalieri non ne risentono sul loro tenore di vita in Italia. Anzi se non ci fosse il Ticino vi sarebbero 60 mila e oltre frontalieri che sarebbero nel loro paese dei casi sociali e disperati. Ma che poi alcuni imprenditori abbiano accarezzato l’idea di decurtare lo stipendio ai loro collaboratori ticinesi e residenti questa va gridato al cielo come un vera vergogna. Supportata questa decisione da alcuni imprenditori, quando altri politici dichiarano che in fondo il Ticinese andando in Italia risparmia il 20% sui costi, ci sembra che tutti abbiano perso la tramontana. Un candidato al CdS della Destra così ebbe a dichiarare qualche giorno fa ai microfoni della RSI. A chi solo pensa di combattere le proprie difficoltà, magari neanche causate dalla liberalizzazione del cambio, di diminuire tout court gli stipendi ai locali, deve essere combattuto a livello legale, obbligandolo al ripristino della situazione. Sui frontalieri potremmo aprire una grande parentesi, ma la nostra preoccupazione corre unicamente ai lavoratori locali. Anche perché oggi il cambio è liberamente salito a 1.15 segno evidente che certi imprenditori tentano di sfruttare a loro vantaggio una situazione delicata e critica per tutta la popolazione.
Al contrario quando gli stessi imprenditori realizzavano utili da capogiro non si sono mai degnati di far partecipare i propri collaboratori di questi esuberi realizzativi ….