Le associazioni ecologiste, costituite da persone che da decenni approfondiscono le problematiche del consumo eccessivo delle risorse del Pianeta (quindi anche la distruzione di territorio e il peso demografico), ritengono che l’iniziativa Ecopop non serva a risolvere i problemi, perché si basa sull’illusione che noi Svizzeri possiamo continuare a vivere come prima, e che sia possibile risolvere i problemi ecologici limitando l’entrata di stranieri nel nostro paese e potenziando la pianificazione familiare nei paesi poveri.
Noi Svizzeri stiamo consumando una volta e mezzo quello che «ci spetta» delle risorse naturali. In altre parole, stiamo mangiando il pane dei nostri figli. Noi Svizzeri, malgrado la grande cultura di raccolta differenziata e riciclaggio dei rifiuti, produciamo un quantitativo di rifiuti pro capite tra i più alti a livello mondiale. Quindi, se vogliamo risolvere i nostri problemi, dobbiamo agire sul nostro modello economico: smettere di aggrapparci a sistemi e tecnologie ormai antiquati, smettere di pretendere di pagare poco per il coltan del Congo e i tessili del Bangladesh. Dobbiamo guardare verso il futuro, in modo responsabile e sobrio.
L’approccio «scaricabarile» di accusare l’immigrazione di essere la causa del degrado del nostro territorio è destinato a portare solo delusione, perché non servirà ad arrestare la cementificazione e la distruzione causata dai nostri consumi.
Quanto alla seconda delle due «ricette» Ecopop per risolvere il grave problema dell’aumento della popolazione mondiale, le associazioni umanitarie e di aiuto allo sviluppo, che conoscono la realtà nei paesi in questione, dicono che non serve a niente regalare contraccettivi. Dove la donna non è libera di decidere se e quando avere dei figli, quanti e con chi, l’accesso ai contraccettivi è inutile. Gli uomini non permetteranno loro di usarli: una prole numerosa è la loro unica assicurazione malattia, AVS e fonte di prestigio sociale.
Helvetas scrive sul suo sito internet : «Siamo noi, i paesi altamente sviluppati, come la Svizzera, a sfruttare in modo esagerato le risorse naturali. Chi davvero vuole fare qualcosa per ridurre la pressione globale sulle risorse, deve cominciare da casa propria.»
Chi vuole ridurre la pressione insopportabile sulle risorse del Pianeta deve sostenere le donne, che oggi non sono libere, a diventare istruite, forti, indipendenti, a gestire le proprie vite, sostenere le proprie famiglie. Quando la gente nei paesi attualmente poveri sarà sazia, istruita e in grado di progettare il proprio futuro, si stabilizzerà anche la crescita demografica. E saranno ben contenti di rimanere a casa loro e non rischiare il tutto – vita, affetti, dignità – per venire in cerca di una fortuna molto incerta, al freddo, da noi.
Firmato:
Carlo Lepori ( PS Ticino, deputato al Gran Consiglio)
Jessica Bottinelli (i Verdi del Ticino, consigliera comunale a Chiasso )
Isabella Medici Arrigoni (responsabile organizzazione non profit di aiuto allo sviluppo)