Sono delle osservazioni che ogni anno si ripetono e puntualmente ogni anno ci si lecca le ferite. Mai possibile che senza neve non si riesce a fare turismo invernale? Adesso come ora effettivamente ci si ferma solo a guardare il cielo sperando nei fiocchi di neve per evitare perdite maggiori. Brutto iniziare un’attività sapendo che a consuntivo bisognerà segnare una perdita di esercizio o presunta tale. Ci sono in Ticino due sole stazioni che hanno la possibilità di uscirne fuori sempre con la neve, sapete tutti quale siano. Le altre sono gestite ancora troppo con approssimazione legate al passato senza parametrare momenti storici estremamente diversi. Milioni spesi dalle comunità per cercare di risollevare economie disastrate senza la giusta mentalità unitaria. Un’apparente unità di facciata per poter magari attingere ad altri fondi senza però una visione vera di turismo. Un lavorare a compartimenti stagni senza vedere oltre il proprio naso. Funzionari locali addetti al turismo che da oltre venti Annie siedono sulla stessa poltrona e non hanno modificato per nulla il loro approccio al turismo. In questi venti anni il turismo ha perso un milione di pernottamenti e salvo il direttore Cantonale del turismo tutti gli altri non si pongono nemmeno la questione dove si é sbagliato. Importante, dai politici ad ogni livello, importante e in periodi elettorali é stanziare fondi per il turismo, a gogo che lasciano il tempo che trovano. Noi siamo certi che se in inverno si potenziassero e puntasse tutto sull’ unica stazione invernale in grado di garantire sempre la neve, tutta la regio e ne avrebbe immensi benefici. Invece di investire milioni in impianti di sci distesi su tutto il territorio perché dobbiamo ammicicarci con tutti si potrebbe fare un discorso collaterale sul turismo. Spendiamo i soldi sul territorio favorendo le strutture ricettive, alberghi, ostelli, piscine, e via dicendo rendendo dunque attrattive tutte le regioni, nel nostro caso Bellinzona e alto Ticino, offrendo lo sci di qua, il pattinaggio di là, il nuoto su e la cultura giù. Non dimentichiamo la gastronomia e noi da anni che scriviamo che l’alto Ticino deve essere prolisso come grande parco divertimenti, unitario per tutte le 4 stagioni e che tutti contribuiscano a questo. Noi, al contrario di molti operatori pubblici locali che si occupano di turismo viviamo il territorio e lo “odoriamo” per conoscerlo, apprezzarlo e capirlo. Abbiamo l’impressione invece che questi operatori locali pensano che il fatto di essere apostrofati direttori sia sufficiente inviare qualche mail per muovere la massa. Grande é l’errore di questo approccio e se così fosse, ma lo é, i risultati sono alla finestra come un monito che sarebbe ora di cambiare e trovare sinergie con chi per professione vive il territorio. Lo capiamo bene, non lo capiamo ci troveremo sempre in questa situazione con il politico di turno o ex politico che cura il suo giardino e via dicendo, dove vengono intervistati di volta in volta e hanno così la loro personale visibilità et voilà les jeu sont faits. Così conti ueremo a perdere velocità.
Magico inverno che sia tale, aiuto finanziario a fondo perso per rendere confortevoli le strutture ricettive, aiuto ad iniziative private locali, messa in rete di un unico pacchetto generale e non di duecentomila prospetti ripetitivi, inculcare nella popolazione, dopo che lo si é fatto a se stessi che il turismo é l’unica vera fonte di benessere, insomma diamoci tutti la mano e lavoriamo per questo immenso e magico parco giochi al centro dell’Europa….