Lo vediamo ogni volta che una squadra perde. Ci si accavalla a scuse sempre e solo scuse, accusando arbitraggi, o situazioni particolari. Quando dopo una partita nelle interviste si manda il proprio vice per evitare che un qualche giornalista, dopo mesi di figure osi chiedere se per caso qualche responsabilità fosse da iscrivere all’allenatore, è dimostrazione di conoscere la situazione, tacere la situazione sapendo che si è nella situazione di massima responsabilità senza assumerne gli oneri delle sconfitte. Sono tutte situazioni che fanno male allo sport e dequalificano i personaggi chiavi di alcune squadre. In contingenze particolari, si accusano queste per giustificare il proprio operato. Chi invece pensa che la stampa non deve scrivere inventa il “silenzio stampa” pensando che sia questo un atteggiamento giustificabile. Se da una parte siamo in serie A di Hockey, dove i costi sono elevatissimi e anche le responsabilità dovrebbero essere assunte da chi dirige e non solo da chi è in pista, perché chi è in pista e il gioco che attua è direttamente proporzionale a chi ti ha assunto. Oseremmo dire che chi occupa doppie funzioni in un club, si assume un rischio elevatissimo in caso di flop. Una squadra che ha nel suo allenatore anche il suo direttore, ha un vantaggio che può creare la propria squadra a sua immagine, se però i risultati non arrivano, la colpa è solo ed unicamente sua, in quanto non può recriminare di avere una squadra creata da altri. Se questi personaggi fossero corretti e eticamente trasparenti, dovrebbero rassegnare le dimissioni ammettendo le proprie colpe. Ne abbiamo visti pochi di allenatori/direttori dimettersi, piuttosto si sono fatti licenziare per riuscire ad ottenere lo stipendio lauto come da contratto. Chi poi invece gioca calcio in serie B e pensa di essere un Real, dovrebbe fare un bagno di umiltà. Il silenzio stampa è da considerare un affronto alla propria tifoseria, quella che ti permette di andare avanti. Un club senza tifosi è un club fine a se stessi. E’ un vero peccato perché in Ticino abbiamo bisogno almeno di una squadra che possa competere con le migliori del calcio, ma gradiremmo che la dirigenza si renda conto che comunque siamo in clima di serie B, con un livello di calcio non eccelso e che se vi sia la speranza di una promozione, ben molto dovrà essere cambiato e prima su tutto la supponenza di dirigenti e allenatori. In Ticino abbiamo bisogno di unità di intenti sportivi, di club sani sia dal profilo finanziario che da una corretta gestione sportiva, lasciando ad altri atteggiamenti che non ci appartengono. L’esempio primo e forse unico in Ticino è un certo club di hockey, che da anni persegue degli obiettivi e da anni ha una boss/dirigenza che con pazienza e modestia, quella che manca a molti, cerca di costruire team per dei risultati importanti, non solo per il club ma per tutto il cantone. Come possiamo accettare atteggiamenti di ostruzione, di immodestia e sentire lezioni da personaggi che ad oggi hanno ancora tutto da dimostrare e che molte volte dirigono il proprio club con la passione del vero tifoso, ritenendo che senza di loro il club stesso non va avanti. A volte effettivamente i club gestiti da alcuni personaggi finiscono la loro corso senza gloria ne onore, e in Ticino ne abbiamo vissute di tragedie sportive, per cui che si sappi, noi preferiamo club che retrocedono ma che cercano di portare avanti una politica sportiva sana e giovanile, anziché privilegiare risultati con sforzi economici insostenibili per poi gettare la spugna. Quando sentiamo presidenti lamentarsi che non ricevono aiuti da tifosi e privati, verrebbe voglia di rispondere che nessuno ha loro chiesto di diventare presidente di club, per cui possono andarsene subito come sono arrivati. Nello sport in generale, guardiamo la nostra realtà, ci vuole più modestia, più conoscenza e più, ma molto più autocritica. Se non si rientra con certi valore saremo tutti destinati a giocare senza gloria e senza risultati. Riassumendo una squadra di calcio unica, una di hockey e una di basket ai massimi livelli dove i nostri talenti abbiano la possibilità di emergere e portare il nostro Ticino sul gradino più alto del podio.