La crisi dovuta alle restrizioni da Covid e la mancata realizzazione di progetti su cui si puntava (Mizar/Polo biomedico in primis) nella legislatura che sta giungendo al termine, insieme a gli annunciati mancati investimenti delle ultime settimane (il Pronto soccorso EOC e la sede dello Swiss Innovation Park), obbligano Lugano, e i luganesi, a compiere delle scelte di cambiamento ed elaborare proposte per un immediato rilancio, non solo economico ma anche politico e sociale.
Politico, perché solo con una visione e programmazione condivisa di lungo termine potremo assicurare veramente le basi su cui poggiare il conseguente sviluppo economico. I tempi decisionali vanno assolutamente ridotti e si deve ritrovare una piena collaborazione orizzontale e verticale tra gli organi esecutivi (Municipio), legislativi (Consiglio Comunale) e di categoria (Città e privati), in modo da agevolare la concretezza delle azioni da intraprendere.
Sociale, perché i segni che questo lock down ha lasciato, e lascerà, sulla nostra comunità non scompariranno nel breve termine ma avranno conseguenze negli anni futuri. Il disagio, non solo giovanile, che si percepisce chiaramente in questi giorni ha origini “lontane”, il virus ha solo tirato una coperta corta, facendo emergere situazioni di insicurezza, a cui non eravamo abituati. Su quest’ultimo punto, pur comprendendo il momento particolare, non dobbiamo arretrare, anzi, la sicurezza è da sempre stato uno dei punti forti di Lugano e dobbiamo preservarla sotto ogni punto di vista incrementando anche le iniziative di prevenzione. Dovremo essere preparati a riprogrammare il tessuto urbano affinché si adatti da subito al cambiamento di abitudini lavorative, logistiche e di acquisto (date dal telelavoro e dal commercio on-line) che porteranno a vivere la città in maniera differente dal passato.
Tornando al rilancio economico, Lugano deve agire su più fronti, puntando su competenze e risorse ad oggi già disponibili, come turismo, cultura e formazione, insieme a progetti di più ampio respiro come quelli nei settori dell’innovazione e dell’ambiente.
Il PLR, sia a livello di programma sezionale che con diversi suoi esponenti, ha da sempre sottolineato come turismo e cultura debbano essere al centro della crescita cittadina, sfruttando al meglio le potenzialità ancora inespresse e coordinando in maniera diversa i rapporti tra pubblico e privato. Il covid, pur penalizzando l’intero settore, ci ha dato la possibilità di far riscoprire la nostra città come meta per il turismo nazionale, e sarebbe un peccato non continuare a cavalcare questa onda una volta che saremo tornati a pieno regime di riaperture. Dobbiamo da subito preparare una offerta turistica in linea con il nostro potenziale ed offrire un lungolago rivisitato ed ammodernato nella sua immagine e sostanza.
Per la formazione, i recenti dati delle iscrizioni all’USI denotano la continua crescita e potenzialità della nostra Università che adesso, con la nuova sede condivisa con SUPSI, ha bisogno più che mai di contenuti rivolti a gli studenti da affiancare alla sua offerta.
Innovazione ed ambiente sono i settori che presentano globalmente il maggiore tasso di crescita per i prossimi anni. Non sfruttarli, soprattutto in presenza di centri di competenza unici come ad esempio l’Istituto Dalle Molle per l’intelligenza artificiale, o il label “Città dell’energia” per l’ambiente, vorrebbe dire gettare al vento centinai di nuovi posti di lavoro che si potrebbero creare. Il piano di sviluppo della città 2018-2028 prevede idee ed azioni per una politica energetica e climatica sostenibile ma dovremmo fare ancora di più a livello di costruzioni, di mobilità e soprattutto di economia circolare (ad esempio con la raccolta e sfruttamento dell’umido). Tra l’altro tutte le nuove infrastrutture legate all’ambiente, dalla riqualifica del Cassarate all’ammodernamento di quartieri con soluzioni a basso impatto ambientale, rappresenterebbero un investimento anticiclico con ritorni sugli investimenti di tutto rispetto.
Il settore finanziario, sempre pronto ad essere citato in maniera critica (pur continuando a generare l’11% del PIL cantonale con oltre 11’000 impieghi) e poco promosso nonostante l’enorme potenziale dimostrato in questi anni dal fintech e dal commodity trading, deve essere supportato a livello locale, nazionale ed internazionale. Ancora oggi siamo la terza piazza finanziaria svizzera e dobbiamo continuare ad attrarre persone fisiche e giuridiche che possano contribuire in maniera determinante alle entrate delle casse cittadine.
Il Municipio ha prospettato per i prossimi anni un aumento del moltiplicatore di almeno 6 punti percentuali (non dovuti solo ad investimenti). Se non vogliamo andare incontro a questo scenario dobbiamo trovare soluzioni e proporre un cambiamento. Adesso.