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Care amiche, cari amici, buona domenica!
Oggi il tempo non è decisamente dei più favorevoli, ma non scoraggiamoci, la primavera arriverà!
Avete già bevuto il caffè al bar questa mattina? Se sì, tenete a mente il prezzo che avete pagato perchè nei prossimi mesi potrebbe aumentare. Sotto vi spiego perchè.
Sintesi della settimana ed evoluzione
La nostra informazione domenicale dell’Economia con Amalia inizia con un’analisi sui costi di alcune materie prime e sulle aspettative per i prossimi mesi. Sì perché se anche l’inflazione sta rallentando ci sono purtroppo dei prezzi che continuano a crescere. È questo il caso del chicco di caffè che ha raggiunto in questi giorni i suoi massimi storici. Esistono due qualità di Caffe, la prima è l’Arabica che rappresenta il 75% della produzione mondiale ed è coltivata principalmente in Brasile (produce il 40% dell’offerta mondiale) e in Colombia. La seconda qualità à la Robusta: rappresenta il 25% della produzione mondiale di caffè ed è prodotta principalmente in Vietnam (15% dell’offerta mondiale) e in Indonesia. L’allarme era stato lanciato già qualche settimana fa: in Vietnam non ha piovuto, mentre in Brasile ha piovuto troppo. Oltre all’instabilità climatica in questo caso i raccolti sono minacciati anche da alcuni parassiti che proliferano con l’innalzamento delle temperature. Insomma, l’offerta di chicchi di caffè si sta riducendo, al contrario della domanda che rimane stabile. Questo causa l’aumento dei prezzi (inflazione da domanda). In effetti, i mercati globali del caffè sono in agitazione e sono stati raggiunti i picchi più alti dei futures sul caffè. I futures sono i contratti con cui venditore e acquirente si impegnano a scambiare una certa quantità di caffè a un prezzo prefissato per una data scadenza. In concreto il prezzo del caffè Robusta ha toccato il 25 aprile il suo massimo in 4’575 dollari per tonnellata (ca 4’140 CHF); a titolo di paragone sei mesi fa il prezzo era di 2’200 dollari per tonnellata (ca. 2’000 CHF), la metà. Per comprendere il prezzo che pagheremo per il caffè tra qualche mese a questo aumento della materia prima dobbiamo aggiungere anche l’aumento degli altri costi, tra i quali quelli di trasporto derivanti dall’aumento dei costi del carburante, ma anche dalla necessità di evitare il passaggio nel Mar Rosso. Così l’inflazione da domanda “si trasforma” in inflazione importata. Insomma, nemmeno più bere il caffè sarà un momento di relax.
Ma il caffè, purtroppo non è l’unico bene che vedrà aumentare il suo prezzo. Sullo zucchero, si prevede un possibile aumento rispetto al 2023 del 20%. Questo dato dipende ancora una volta da un’offerta che sembra non tenere il passo rispetto alla domanda. E ancora più preoccupante, per chi ama i dolci, è il prezzo del cacao. Nell’aprile di quest’anno sul mercato di New York il prezzo per 1 tonnellata di cacao è stato di 10’120 dollari (9’150 CHF); il dato di un anno fa era di 2’823 dollari (2’550 CHF). Il prezzo è aumentato di quasi di 4 volte. E la cosa grave è che il prezzo del cacao probabilmente è destinato ad aumentare ulteriormente. Così come quello del grano, dei semi di soia e di tanti altri generi alimentari. Insomma, da qualunque parte guardiamo l’andamento dei prezzi, l’unica certezza è che i consumatori saranno chiamati a spendere di più.
Come saranno chiamati a prendere di più se vorranno visitare Venezia. Proprio in questi giorni per la prima volta è stato applicato l’obbligo di acquistare un biglietto al costo di 5 euro (4.90 CHF) per poter visitare la città. Ufficialmente il biglietto d’ingresso sarà richiesto quest’anno solo in 29 giornate ritenute di maggior affluenza e che coincidono con le festività e con i ponti. L’obiettivo dichiarato è quello di scoraggiare il turismo di giornata e quindi di evitare affollamenti nelle città che si esauriscono in poche ore. L’obbligo del biglietto si applica a tutte le persone con più di 14 anni che entrano in città tra le 8:30 e le 16.00 e che non pernottano per almeno tre giorni a Venezia. I risultati del 25 aprile non sembrano molto incoraggianti per quanto riguarda l’obiettivo dichiarato di ridurre il turismo: in effetti, il numero di persone presenti a Venezia quel giorno era di oltre 113 mila persone. Di queste 15’700 hanno pagato il contributo da cinque euro, facendo incassare 78’500 euro (72’500 CHF). È presto per valutare se questa politica pubblica è efficace, efficiente ed equa, certo è che difficilmente si potrà raggiungere l’obiettivo di preservare questa meravigliosa città, agendo solo su una tassa che di fatto non è nemmeno elevata al punto da scoraggiare gli avventori.
E concludiamo con il nostro articolo settimanale “Politica: Giù le mani dalla Banca Nazionale Svizzera” in cui abbiamo parlato della Banca Nazionale svizzera (BNS). In questa settimana, la BNS ha comunicato diverse notizie, tra le quali l’aumento del tasso delle riserve obbligatorie, i risultati del primo trimestre (che sono estremamente positivi) e non da meno la sua volontà di mantenere un’autonomia e un’indipendenza assoluta. Fatto questo, che noi sottoscriviamo in pieno.
Trovate qui gli articoli della settimana
Politica: Giù le mani dalla Banca Nazionale Svizzera
Se vi siete persi gli articoli delle scorse settimane, eccoli:
Svizzera La crisi mondiale si fa sentire anche in Svizzera
Ticino: sempre più poveri e infelici
Salari in Ticino: tutti giù per terra
Pensiamo ad una nuova AVS
Ticino terra di bassi salari… per sempre?
Ci sono i disoccupati in Ticino? Sì, no, forse…
120 secondi
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L’Economario – il vocabolario di economia
Vi ricordiamo che il nostro vocabolario di economia vi spiega in parole molto semplici, temi apparentemente complessi e soprattutto perché sono importanti nella nostra vita di tutti i giorni. Inflazione, PIL, consumi, commercio estero, disoccupazione: temi in apparenza complessi che vengono spiegati con parole semplici.
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Politica: Giù le mani dalla Banca Nazionale Svizzera
La crisi mondiale si fa sentire anche in Svizzera
Ticino: sempre più poveri e infelici
Salari in Ticino: tutti giù per terra
Pensiamo ad una nuova AVS
In attesa di quello che ci riserverà l’economia la prossima settimana, vi auguro una splendida domenica!
Un caro abbraccio,
Amalia Mirante