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Care amiche, cari amici, buona domenica!
Il sole splende tiepidino anche oggi, ma nei prossimi giorni dovrebbe essere prevista un po’ di pioggia che sarebbe decisamente una buona notizia. Buone notizie che non arrivano invece sul fronte dei prezzi. Anche in Svizzera i prezzi dei generi alimentari, quelli energetici e i tassi ipotecari aumentano. Ne abbiamo parlato con Naima Chicherio giornalista della RSI, che ringrazio, nell’edizione del Telegiornale dell’8 febbraio 2022 (qui).
Speriamo invece che le buone notizie vadano avanti a giungere sul fronte della crisi ucraina, non tanto per le conseguenze economiche, quanto piuttosto per quelle umane.
Sintesi della settimana ed evoluzione
Apriamo la nostra sintesi settimanale dell’Economia con Amalia parlando dei prezzi dell’energia che continuano ad aumentare. La domanda mondiale delle persone e delle aziende non si ferma e purtroppo neppure le tensioni in Ucraina tra Stati Uniti e Russia. Questo porta a forti incertezze sulle forniture future, in particolare di gas. Molto probabilmente anche questi fattori hanno pesato sulla recente decisione della Commissione Europea di ritenere il gas e l’energia nucleare fonti di energia pulita utili alla transizione energetica. Ora sul tema dovranno ancora esprimersi l’Europarlamento e il Consiglio dell’Unione Europea; siamo certi che la discussione sarà piuttosto accesa. Nel frattempo, chi invece non attende è il Presidente francese Emmanuel Macron. Nel suo programma energetico ha annunciato un misto di investimenti tra energie rinnovabili (in particolare legate a quelle solari) e nucleare. Le idee sono chiare: la costruzione immediata di sei nuovi reattori, la progettazione di altri otto e il tentativo di prolungare oltre i cinquant’anni l’attività di quelli esistenti. Nel suo discorso il presidente Macron non ha avuto alcun dubbio sulla necessità di uscire dalla dipendenza delle energie fossili attraverso la transizione mista. E neppure dubbi sembrano esserci nelle dichiarazioni della Commissione Federale dell’Energia elettrica (Elcom) che qualche settimana fa ha voluto rassicurarsi che nonostante l’importante aumento dei prezzi, non sono previsti rischi di approvvigionamento per il resto dell’inverno in Svizzera. Chi invece qualche dubbio lo ha e non sembra voler puntare solo sull’aumento della produzione, ma anche sulla riduzione del consumo è il National Grid ESO, l’ente responsabile della gestione del sistema elettrico britannico. Basandosi su uno studio fatto con 25’000 famiglie, gli esperti vogliono capire se effettivamente una flessibilità maggiore delle tariffe può modificare il comportamento dei consumatori garantendo maggiore stabilità alla rete e consumi ottimali. Nel nuovo studio si coinvolgeranno 1.4 milioni di persone a cui si chiederà la sera prima di diminuire fortemente il consumo di energia in una delle tre fasce di picco. Se raggiungeranno gli obiettivi fissati, non gli sarà addebitato il costo di quel consumo. Ancora una volta, comprendiamo quanto gli incentivi siano importanti nei nostri comportamenti.
E di incentivi e disincentivi sbagliati devono averne avuti molti i dirigenti di Credit Suisse che negli ultimi anni paiono non averne imbroccata una. Non a caso i conti del 2021 chiudono con oltre un miliardo e mezzo di franchi di perdita. Nel nostro articolo del 6 aprile del 2021 (qui) parlavamo degli errori di gestione e degli scandali legati a Wirecard, Archegos e Greensill Capital, che sembrano ancora oggi non dare pace a questa importante banca elvetica. Basta guardare le notizie delle ultime settimane. Credit Suisse nel prossimo mese dovrà rispondere di fronte al Tribunale Penale Federale dei suoi presunti legami con una rete criminale bulgara accusata di traffico di cocaina e riciclaggio di denaro. I fatti risalirebbero al periodo tra il 2004 e il 2007. Certo, sono passati più di 15 anni, ma sicuramente queste accuse di riciclaggio non giovano all’immagine dell’istituto bancario. Immagine che è stata sottoposta a forti pressioni negli ultimi mesi. Molti di noi quando hanno letto che la seconda banca elvetica si è ritirata dall’attività di gestione patrimoniale in nove stati africani, non ha potuto fare a meno di pensare al caso Mozambico. È stato nell’ottobre dello scorso anno che Credit Suisse ha deciso di pagare una sanzione di 475 milioni di dollari (oltre 460 milioni di franchi) per chiudere la pendenza che la vedeva coinvolta in un caso di corruzione da due miliardi di dollari nel paese africano, caso soprannominato “bond del tonno”. E tornando a fatti più recenti ricordiamo che circa un mese fa Credit Suisse ha invitato il presidente Antonio Horta-Osorio che era stato chiamato appena otto mesi prima per rilanciare la banca sì da un punto di vista strategico, ma anche etico a dare le dimissioni. Questo dopo che si è scoperto che il presidente ha violato per ben due volte la quarantena. L’ultima nel mese di luglio dell’anno quando andò con un jet privato a Londra per vedere la finale di un torneo di tennis. Parrebbe anche che la FINMA, l’Autorità di Vigilanza sui mercati finanziari, sarebbe dovuta intervenire in questi giorni imponendo ai vertici della banca un taglio cospicuo dei bonus; questo evidentemente in relazione al pessimo risultato conseguito l’anno scorso. Tutto quanto scritto deve essere ben distinto dal lavoro onesto, diligente e competente che svolge la maggioranza degli oltre 16 mila collaboratori in Svizzera e i quasi 50 mila nel mondo.
E di prodotti provenienti da tutto il mondo, o meglio del loro prezzo particolarmente alto ci occupiamo nell’ultima notizia. Questa settimana la nostra attenzione è stata attirata da due casi particolari: la vendita di un diamante nero per quasi 4 milioni di franchi e di duecento paia di scarpe da basket pagate oltre 23 milioni di franchi (115 mila franchi al paio). Partiamo dalla teoria economica che da secoli si interroga su quale sia il valore di un bene, non trovando veramente una risposta del tutto convincente. Oggi la spiegazione che diamo si rifà alla teoria neoclassica che dice che il prezzo dipende semplicemente dalla scarsità e dalla disponibilità a pagare degli individui. Ma per i beni di lusso la cosa si complica maggiormente. Primo, all’aumentare del reddito, il loro consumo aumenta più che proporzionalmente. Questo non capita per esempio con i beni come il pane o la pasta (questo fatto è spiegato in economia con l’elasticità). Secondo, già Veblen nel 19esimo secolo teorizzò la necessità, per quella che lui definiva la classe agiata e improduttiva, di consumare alcuni beni come simbolo di prestigio. E proprio dal fatto che ci sarà sempre un individuo che potrà ostentare un bene più lussuoso del nostro, dipenderebbe una delle ragioni dell’infelicità dell’uomo. Ma torniamo ai nostri due beni. Il diamante nero più grande al mondo, denominato Enigma a causa delle sue origini misteriose (si dice che potrebbe essere stato creato dall’impatto di un asteroide sulla Terra ben 2 o 3 miliardi di anni fa) è stato acquistato dall’imprenditore di criptovalute Richard Heart. Il valore di questo cristallo, che potremmo ritenere tuttalpiù anche un investimento, dipende pure dalle sue qualità: cinquantacinque facce per un peso di 555.55 carati (111.11 grammi). Discorso diverso vale per le scarpe da basket create per una collezione esclusiva di Louis Vuitton e Nike dallo stilista, recentemente scomparso, Virgil Abloh. In questo caso, accanto alla vendita vera e propria dell’oggetto c’è anche una buona azione: il ricavato andrà a un progetto che sostiene studenti africani e afroamericani con condizioni economiche precarie. Insomma, abbiamo capito che i prezzi possono nascondere molto di più di quello che ci potrebbe sembrare.
E dato che si avvicina San Valentino, che ne dite se facessimo una cena speciale con i cibi più cari al mondo? Ecco il menù. Antipasti: caviale Almas (24 mila franchi al kg) con spolveratina di tartufo bianco d’Alba (100 mila franchi al chilo), prosciutto crudo Dehesa Maladua (700 franchi al chilo) con una punta di miele Elvish (5 mila franchi al kg) e tartarina di tonno (10 mila franchi al kg). Potremmo proseguire con una costata Blonde d’Aquitanie (3 mila franchi), mentre per i vegetariani formaggio Pule (1’400 franchi al chilo), patate Bonnette (550 franchi al kg) e funghi Matsutake (2 mila franchi al kg). Come frutta proponiamo anguria Densuke (600 franchi al kg) e melone Yubari King (20 mila franchi al pezzo). Chiudiamo con un buon caffè Kopi Luwak (2’500 franchi al kg).
E noi che ci lamentiamo degli aumenti dei prezzi! In Se smettiamo di parlare di aumento dei prezzi, davvero scendono? discutiamo del ruolo che possono avere le aspettative nel modificare il comportamento dei consumatori al punto da far realizzare gli eventi previsti. Tuttavia, l’inflazione che viviamo oggi, ha cause che vanno ben oltre le aspettative.
Trovate qui gli articoli della settimana:
Se smettiamo di parlare di aumento dei prezzi, davvero scendono?
Se vi siete persi gli articoli delle scorse settimane, eccoli:
Formazione professionale: una scelta, non un ripiego
Record di esportazioni svizzere!
Le criticità dell’economia
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Tutti ambientalisti in economia oggi…
120 secondi
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L’Economario – il vocabolario di economia
Vi ricordiamo che il nostro vocabolario di economia vi spiega in parole molto semplici, temi apparentemente complessi e soprattutto perché sono importanti nella nostra vita di tutti i giorni. Inflazione, PIL, consumi, commercio estero, disoccupazione: temi in apparenza complessi che vengono spiegati con parole semplici.
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In attesa di quello che ci riserverà l’economia la prossima settimana, vi auguro una splendida domenica!
Un caro abbraccio,
Amalia Mirante
L’economia con Amalia by Amalia1978
. Taverne, CH 6807 Switzerland