Abituati a 4 anni di Trump, con decisioni nette, a volte poco sociali, l’insediamento di Biden con la vice Kamala Harris, che di fatto tutti la vedono come la prossima presidentessa USA, ci si aspetta un’America più vicina all’Europa e ai temi ambientali, sanitari e anche commerciali. Nel suo discorso ha sottolineato di essere il presidente di tutti, anche di quei 70 milioni che hanno votato per Trump. L’incognita sarà ora l’ombra di Trump, che in cuor suo non ha mai ammesso la sconfitta, che ha dichiarato di formare un suo partito, dividendo dunque i repubblicani e tenendo l’America sempre in tensione interna. Analizzando l’operato di Trump, va detto che ha tagliato le tasse a tutti, ha dato più posti di lavoro alle minoranze, addirittura più di Obama, e ha portato l’economia a alti livelli competitivi. La caduta di stile nei suoi interventi con la stampa, da sempre e la non ammissione della sconfitta, che a noi non è piaciuto. Un grande uomo lo si vede proprio nei momenti bui della propria carriera e ammettere la sconfitta sarebbe stato un gesto importante.
Biden è stato diplomatico e nel suo discorso non ha mai accennato allo sconfitto Trump e ha quasi rivolto una preghiera affinché l’America dimostri di essere quello che è e non quello che si è visto il 6 gennaio, con l’invasione di alcuni facinorosi al Senato. Le ultime parole: “Che Dio benedica l’America”.