Per la pavimentazione della nuova stazione di Bellinzona, le FFS hanno previsto il travertino romano, una roccia calcarea italiana, invece di privilegiare un materiale analogo pregiato e apprezzato anche all’estero, oltretutto a chilometro zero come il granito e il marmo ticinese!
Il Consiglio federale è invitato a rispondere alle seguenti domande:
1. Non ritiene che la scelta di un materiale estero per la realizzazione della stazione “Porta del Ticino”, al di là dei gusti soggettivi degli architetti, sia inopportuna e incoerente con la valenza simbolica della stessa?
2. Questa scelta si giustifica solo per ragioni estetiche?
3. In alternativa al travertino è stata esaminata l'”opzione ticinese”, il marmo Cristallina (con caratteristiche estetiche analoghe al travertino, ma di qualità superiore) estratto a Peccia (Valle Maggia), a 40 km da Bellinzona, invece dei 700 del travertino? Se sì, perché è stata scartata?
4. A monte della scelta del travertino è stata valutata la gestione della sua estrazione, come pure l’impatto ambientale e sociale vigenti in Italia, in raffronto con le condizioni offerte dalle imprese di granito svizzero?
5. Condivide il parere secondo cui le sue imprese, nella fattispecie le FFS, ma anche uffici come l’USTRA, debbano assumere una funzione esemplare nell’impiego di materiale svizzero prodotto a condizioni ambientale sociali nettamente migliori della pietra di provenienza estera?
6. È disposto ad intervenire affinché nelle gare di appalto delle sue imprese (FFS, Posta, ecc.) e uffici (USTRA, ecc.), venga privilegiato, a parità di caratteristiche, il granito indigeno?
La decisione – supportata unicamente da ragioni estetiche (v. comunicato stampa delle FFS del 17.2.2016) – di impiegare il travertino romano ha suscitato vive incomprensioni e proteste in Ticino: dal punto di vista simbolico ed economico si tratta di una scelta molto discutibile e anche opinabile dal punto di vista estetico visto che in Ticino esiste un’alternativa, il marmo Cristallina di Peccia. Mentre in Ticino gli enti di politica regionale prodigano sforzi per promuovere la filiera della pietra e aiutare un settore storico che attraversa grandi difficoltà, la Confederazione, per mano dell’azienda FFS, privilegia l’impiego di una pietra straniera per la realizzazione di quella che è stata pomposamente definita “Porta del Ticino” dell’opera ferroviaria svizzera del secolo.