Negli ultimi anni, la convergenza tra giochi d’azzardo e videogiochi è diventata sempre di più un tema di interesse, soprattutto perché nei videogiochi sono sorti dei meccanismi che ricordano molto gli elementi tipici del gioco d’azzardo.
Un esempio sono le loot boxes, una sorta di “scatola virtuale” che i giocatori possono acquistare con denaro reale o valuta di gioco. All’interno della scatola si trovano oggetti di gioco casuali, che possono variare in valore e utilità. Il problema principale è che il contenuto della scatola è sconosciuto al momento dell’acquisto, il che rende l’acquisto molto simile a una scommessa, perché il giocatore investe denaro senza sapere cosa riceverà in cambio. Questo meccanismo è stato molto criticato perché sfrutta la psicologia di chi gioca, soprattutto tra i più giovani, che saranno indotti a spendere molto poiché sperano di ricevere oggetti rari o preziosi. Alcuni studi hanno mostrato che il comportamento associato all’acquisto compulsivo di loot boxes è simile a quello osservato nei giocatori d’azzardo problematici, il che ha portato alcuni paesi a considerare le loot boxes come una forma di gioco d’azzardo, sottoponendole a regolamentazioni severe.
Un altro esempio è sicuramente quello del Gambling simulato. In questo caso, i giocatori possono partecipare a giochi che simulano direttamente il gioco d’azzardo. Ad esempio, in giochi come Grand Theft Auto V, conosciuto dai più come GTA V, hanno creato casinò virtuali dove i giocatori possono scommettere con la valuta di gioco su giochi come poker, blackjack o slot machine. Sebbene non sia possibile convertire la valuta di gioco in denaro reale, l’esperienza simula in modo realistico il gioco d’azzardo. Questo tipo di contenuto è problematico perché introduce i giocatori, spesso giovanissimi, alle dinamiche del gioco d’azzardo, normalizzando comportamenti rischiosi. Lo stesso accade con lo Skin Betting: in alcuni videogiochi è possibile ottenere “skins”, che sono personalizzazioni estetiche delle armi o dei personaggi e che possono essere scambiati tra giocatori, venduti su mercati secondari o essere utilizzati come “fiches” in scommesse su eventi di eSports o giochi d’azzardo virtuali. Anche in questo caso il problema è l’introduzione al gioco d’azzardo e il rischio di creare una dipendenza.
La psicologia del gioco d’azzardo è ritrovabile anche nei mobile games più conosciuti e amati da grandi e piccini. Infatti, giochi come Fantasy Town, Candy Crush e molti altri hanno le ricompense intermittenti, attraverso le quali i giocatori ricevono premi in modo casuale e non prevedibile, mantenendo alta l’attesa e l’eccitazione. Questo sistema di ricompense è simile alle tecniche usate nelle slot machine, dove la variabilità del premio mantiene il giocatore agganciato. Inoltre, molti giochi utilizzano la cosiddetta “monetizzazione freemium”, dove il gioco è gratuito, ma offre acquisti in-app che possono migliorare l’esperienza di gioco o accelerare i progressi. Questo modello incoraggia i giocatori a spendere piccole somme di denaro in modo ricorrente, portando potenzialmente a spese cumulative elevate senza che il giocatore ne sia pienamente consapevole.
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