Un giorno di 36 anni fa fu istituita la giornata del volontariato. Il Volontariato è una risorsa di un esercito di persone che nel silenzio e nella discrezione opera a favore degli ultimi. Laddove lo Stato non arriva, a volte per sua imperizia, questo esercito di angeli, in ogni ambito, sopperisce queste lacune. Senza nulla chiedere e senza mettersi le medaglie. Il volontariato è qualcosa di molto serio e viene definito una capacità del vicino di dare conforto, aiuto e calore umano a chi è solo e nella solitudine è pure indifeso. Il volontariato è una enorme energia civile che proprio nel periodo di pandemia ha permesso di alleviare molte difficoltà a persone anziane, in difficoltà e nella totale solitudine come nella vergognosa indigenza causata dall’assenza di uno Stato che non sempre per sua volontà non può arrivare. Umanità e altruismo, non gridato ai venti, ma con tanto amore e discrezione. Diffido da quelle grandi istituzioni che predicano il volontariato, raccogliendo fondi importanti presso i cittadini, i quali fondi servono in buona parte per finanziare stipendi, riunioni opulenti di dirigenti di codeste associazioni o fondazioni. Queste persone che vanno spudoratamente ai microfoni per mettersi tante medagliette, dovrebbero vergognarsi perché grazie al loro operare, erodono risorse di beneficenza data dalla popolazione per scopi ben diversi da cosa poi vengono usati.
Questo patrimonio dell’umanità chiamato volontariato deve venir trasmesso alle nuove generazioni, le quali dimostrano sempre di più sensibilità verso queste tematiche e verso gli ultimi. Questa mia affermazione è comprovata da 15 anni di lavoro giornalistico sul territorio, di confronti con persone, di cogliere le sensibilità diverse. Noi leggiamo sui giornali, di regola, solo notizie negative dove fotografano i giovani, o le nuove generazioni, come lazzaroni, egoisti e insensibili. Ma queste notizie raccontano di una minoranza rumorosa, frustrata che a loro volta non hanno ricevuto, o non hano percepito quei parametri educativi che sono vincolati da modi e usi comandati dal cuore. Proprio perché si chiamano volontari, quelli veri, sono un esercito silenzioso, che non grida ma opera in quelle situazioni disperate dove solo l’amore e la sensibilità puô dare conforto e tangibilmente risolvere alcuni problemi. Parliamo di una coperta che tiene caldo, di un pasto a giorno, di una carezza di conforto, di un sorriso… Non parliamo di gesta eclatante come siamo abituati. Grossi gruppi economici che devolvono 1 per mille del loro fatturato per situazioni difficili, con tanto di conferenze stampe, fotografie e mettersi in mostra per dimostrare come il credo della propria azienda sia finalizzato al benessere degli ultimi. O come gruppi di grandi imprenditori che devolvono, comunicandolo in pompa magna, cifre importanti. Mi viene il sospetto che molti lasciti economici, facile farli quando si hano i mezzi, servano per incensarsi e forse magari anche pulirsi lo spirito di questi disagi causati in primis proprio da politiche aziendali estremizzate alla redditività. E’ giusto dare visibilità a chi fa gesta col cuore, non per un proprio gusto di compiacimento, ma per stimolare tutti a voler dare qualcosa, e sia chiaro non parlo di soldi. Mettere il proprio tempo libero, o parte di esso, a disposizione degli ultimi ha un valore sociale elevatissimo e deve essere assolutamente un esempio per tutti.
Dobbiamo anche affermare che scambiando qualche parola con volontari di non importa in quale settore operino, sentiamo un’energia positiva per loro stessi. La frase che ripetono è che aiutare il prossimo in difficoltà fa bene a chi aiuta. Lo rende partecipe della vita altrui e questo è forse il più grande miracolo della vita umana. Noi diamo molta visibilità a volontari, associazioni, gruppi, fondazioni che operano nel volontariato vero e non diamo alcuno spazio a quelle associazioni che sono delle ragnatele per arrampicatori sociali, che usano la parola volontariato per altri fini che si distano dal vero senso della parola stessa.
Basta poco, ma quel poco deve venire dal cuore e non da interessi pregressi derivanti da uno stato sociale definito.
Ai giovani, e molti sono già impegnati nel volontariato, la nostra e mia massima riconoscenza personale per il loro agire. Sono loro il motore sociale che permette di migliorare il benessere e di migliorare la società stessa. Alla politica e ai tutti quei presidenti di associazioni dettasi di volontariato che procacciano altre finalità subdole, chiediamo di fare un passo indietro e mettersi una mano sul cuore. Per fare del volontariato non servono soldi, non servono gesta eclatanti, serve il CUORE.
Ricordiamo che i volontari permettono allo Stato di risparmiare enormi risorse economiche che dovrebbero essere impiegate oculatamente per sostenere i volontari stessi nel loro operare. Un patrimonio che è visibile da tutti e che va cautelato e stimolato. Ai politici e ai potenti un bagno di umiltà: andare a dare una carezza al malato avvisando prima i media non è certo questo il volontariato che noi amiamo.
Sappiano tutte le associazioni che operano per il bene degli ultimi che troveranno sempre spazio sui nostri media ETC. (RB)
La foto sopra non è del terzo mondo, ma è uno scatto realizzato da RB in Ticino, davanti ad un grande magazzino. Mi vergogno perosnalmente per i nostri politici che non vedono o non vogliono vedere!