Con il progetto pilota congiunto «Rete della Cultura inclusiva in Ticino» (Settembre 2020 – Agosto 2021), il Servizio Cultura inclusiva di Pro Infirmis svizzera e la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) con il Centro competenze bisogni educativi scuola e società (BESS) del Dipartimento formazione e apprendimento (DFA), si sono uniti per promuovere la partecipazione diretta delle persone con disabilità alla vita sociale e culturale in Ticino, tentando di sviluppare un’offerta culturale maggiormente inclusiva e quindi accessibile a tutti.
Per raggiungere questo scopo è stata generata una rete culturale inclusiva: un gruppo di lavoro trasversale che ha coinvolto persone con diverse tipologie di disabilità e professioniste e professionisti già attivi nell’ambito dell’inclusione presso realtà sociali e culturali del territorio come Pro Infirmis Ticino e Moesano, il MASI, il LAC, la Pinacoteca Züst, il Museo Vincenzo Vela, l’Ideatorio di Lugano, e con loro molte altre.
Seguendo il metodo del Design Thinking, i 30 partecipanti hanno preso parte a diversi workshop lavorando all’identificazione di criticità, punti positivi, opportunità e rischi per la cultura inclusiva in Ticino. Il gruppo di lavoro ha individuato come obiettivo prioritario l’esistenza della rete e in particolare la costituzione di un polo di coordinamento per la cultura inclusiva in Ticino la cui implementazione permetterebbe di incentivare e supportare una maggiore cultura dell’accoglienza e coinvolgerebbe tanto le istituzioni culturali quanto quelle sociali. L’obiettivo intrinseco interessa anche la possibilità di generare dei posti di lavoro in ambiti culturali per persone con disabilità.
Dagli incontri è emerso inoltre che gli adattamenti in favore dell’accessibilità andrebbero integrati nelle attività correnti delle istituzioni, così come la considerazione che le persone e i gruppi interessati non abbiano a sentirsi nella possibilità di partecipare ad attività culturali e sociali unicamente quando l’offerta è pensata ad hoc per loro: se così fosse l’accessibilità continuerebbe a mantenere implicito un forte elemento discriminatorio. Allo stesso tempo si è rilevato che l’attenzione ad essere sempre accessibili a tutti risulta in sè un’operazione molto complessa e articolata ma resta comunque necessario e auspicabile operare in questa direzione ogni volta che se ne presenti la possibilità.
Il progetto ha evidenziato ugualmente il fatto che lo sviluppo di una cultura dell’accoglienza e un atteggiamento di fondo sensibile alle esigenze di pubblici specifici, risulta essere molto funzionale all’inclusione rispetto ad esclusivi adattamenti tecnici. Un’empatia e un’attenzione particolari suppliscono ad altre mancanze di tipo più strutturale. I sotto obbiettivi individuati prevedono poi lo sviluppo di una comunicazione tra attori sociali e culturali più efficace; le facilitazioni di accesso agli spazi e ai contenuti culturali offerti e una maggiore sensibilizzazione e formazione.
Il documento finale, con sintetizzati tutti gli intenti del gruppo rete, così come sono stati definiti in maniera partecipativa e condivisa da tutto il gruppo di lavoro, è disponibile al seguente link: www.supsi.ch/go/dfa-progetto-reteculturainclusiva
Il progetto pilota è durato un anno ed è stato sostenuto finanziariamente dall’Ufficio federale per le pari opportunità delle persone con disabilità (UFPD), dalla Fondazione Ernst Göhner, dalla Fondazione MBF e dalla Direzione cantonale di Pro Infirmis Ticino e Moesano. I risultati di questo progetto pilota saranno capitalizzati per altre regioni della Svizzera.