Il centro culturale LAC a breve ospiterà la mostra monografica di Markus Raetz – scultore, pittore e illustratore, uno dei protagonisti svizzeri, della scena artistica internazionale contemporanea.
Nato a Büren an der Aare, vicino a Berna, Raetz si è formato come insegnante delle scuole elementari. Quando ha intrapreso la carriera di artista ha vissuto in città quali Berna, Amsterdam, Berlino e Carona (Canton Ticino). Le sue numerose opere sono conservate in collezioni pubbliche, tra cui il Museum of Modern Art a New York e il Kunstmuseum Basel a Basilea. Tra i vari riconoscimenti, Raetz è stato premiato con un Gerhard-Altenbourg-Preis nel 2004 e con un Prix Meret Oppenheim nel 2006.
A partire dagli anni sessanta, Raetz ha realizzato numerose opere, tra cui più di 30.000 disegni. Tra gli anni sessanta e i settanta, la sua opera è stata incentrata sul disegno e sulla pittura, mentre tra gli anni ottanta e i novanta ha creato principalmente sculture. E’ conosciuto sopratutto per la scultura intitolata Der Kopf, situata nel Merian Park di Basilea. Sembrano piloni di cemento buttati a caso su un prato, invece a guardali bene e dalla giusta angolazione, quei singoli elementi compongono perfettamente un volto. Un altra opera famosa in tutto il mondo sculture Yes or Not. Esistono varie versioni e diverse dimensioni di questi lavori, ma il concetto è sempre lo stesso: sculture tipografiche che cambiano senza muoversi.
Questo genere delle opere richiedono l’interazione dello spettatore, e possano essere comprese solo se viste in movimento o da particolari angolazioni. Sono opere tridimensionali create per rendere omaggio all’illusione e alla relatività. La parola “SI”, da un altro punto di vista si legge come “NO”. Sullo stesso filone poi ci si può sbizzarrire sui contrasti: Moi diventa Toi (Io-Te) e TODO diventa NADA (Tutto-Niente), e’ così che un coniglio diventa un uomo col cappello che evoca Beuys.
La mostra di Lugano inaugurerà il 30 gennaio ed assumerà particolare rilevanza, la prima personale a lui dedicata in Ticino, nasce da una collaborazione con il Kunstmuseum di Berna e il Musée Jenisch di Vevey che ne hanno ospitato le prime tappe nel 2014. L’artista appositamente per l’occasione ha realizzato una nuova installazione. Ampio spazio viene dedicato all’opera incisa, che negli anni ha esplorato le varie tecniche calcografiche alla ricerca di una libertà creativa non sempre raggiungibile attraverso la pittura e il disegno, così come le sperimentazioni grafiche di Raetz accompagnate da una parallela ricerca in ambito plastico testimonieranno le numerose sculture incluse nell’allestimento.
Dott. Nataliya Shtey Gilardoni