I contrari alla galleria di risanamento del San Gottardo sono dei maestri della comunicazione moderna. Di tanti aspetti tecnici e statistici ne colgono una parte, la vendono come la sola realtà e, connettendo fra di loro argomenti di per sé completamente indipendenti, confondono i ticinesi con affermazioni tendenziose. Fanno così credere che il buonsenso debba portare ad un chiaro no al testo in votazione.
Prima frottola: il Mendrisiotto soffoca nel traffico transalpino e il secondo tubo peggiorerà drasticamente questa situazione. Vivo ai confini con il Mendrisiotto e lavoro a Lugano: conosco e subisco pertanto anch’io i problemi di questa regione. Il problema del Sottoceneri sta nello spostamento giornaliero di chi in questa regione ci lavora, fra i domiciliati anche tanti frontalieri. Ci sono tante cause di questo traffico regionale, ma non è sicuramente il transito transalpino a dettare questa problematica. Quello che i contrari nascondono è però che – nonostante tutto – la qualità dell’aria negli ultimi decenni sia nettamente migliorata, anche nel Mendrisiotto. Ai sindaci del Mendrisiotto contrari al Gottardo mi rivolgo con una domanda: cosa avete fatto negli ultimi decenni per migliorare la situazione del traffico nelle vostre città? Quali progetti lungimiranti avete sviluppato per il trasporto di persone nella regione insubrica?
Seconda frottola: anche l’USTRA negli ultimi rapporti conferma che il risanamento della galleria del San Gottardo non è necessario. È vero sì che il proprietario dell’opera ha studiato scenari per posticipare i lavori di risanamento, ma il risanamento si dovrà fare. Quello che i contrari invece cercano di nascondere ai ticinesi è l’unica alternativa concreta: se la proposta della galleria di risanamento non verrà accettata, la Confederazione procederà al risanamento della galleria con una chiusura dell’autostrada di almeno tre anni e la costruzione di stazioni di trasbordo su ferrovia.
A questo punto cosa succederà? Il Canton Grigioni ripeterà quanto già vissuto, riducendo al minimo il transito di merci sull’asse del San Bernardino. Di conseguenza, non avendo un collegamento veloce ed efficiente con il nord delle Alpi, tante nostre aziende – per salvare i posti di lavoro salvabili – si orienteranno verso sud, cercando non solo manodopera, ma anche i clienti nel meridione. E con ciò la tanto discussa e temuta lombardizzazione del Ticino verrebbe accelerata in maniera notevole. È questo che vogliamo?
GIAN-LUCA LARDI
Presidente nazionale SSIC