La Riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS (RFFA) in votazione il prossimo 19 maggio ripropone lo stesso imbroglio rifiutato da oltre il 60 percento dei votanti due anni fa, in occasione della precedente versione, la Riforma III dell’imposizione delle imprese. Il messaggio della popolazione è stato chiaro: basta privilegi per azionisti e grandi imprese a discapito della stragrande maggioranza dei cittadini. La politica ha ignorato quel voto, tentando questa volta di ricattarci ponendo in votazione con gli sgravi ai ricchi anche un finanziamento supplementare dell’AVS. Associando così due oggetti che non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro. Ma sappiamo che le riforme “fisco-sociali” sono purtroppo utilizzate per forzare l’elettorato. Basti ricordare la recente campagna ticinese dove si propagandava che abbassare le imposte ai milionari avrebbe permesso di aiutare gli asili nido e chi ci lavora. Il risultato ha premiato immediatamente i ricchi e le grandi aziende, comprese quelle che praticano dumping salariale e sfregiano il territorio, mentre per gli asili nulla è cambiato in legame diretto con quella riforma.
La RFFA utilizza la necessità di modificare le regole che in passato permettevano a multinazionali e azionisti di ottenere privilegi in Svizzera, creando nuove forme di scappatoie fiscali. Tramite la riduzione del tasso di imposizione degli utili e della parte di benefici tassabile. L’ingiustizia è sempre la medesima: noi continueremo a pagare le imposte fino all’ultimo centesimo del nostro stipendio mentre gli azionisti a potranno beneficiare di esenzioni sui loro dividendi. Le deduzioni sugli utili delle multinazionali potranno raggiungere il 70 percento! Inoltre, la Svizzera manterrà quell’ipocrita ruolo di paradiso fiscale per pochi che priva ad esempio molti Paesi del Sud di risorse sottratte al fisco.
Respingere la RFFA è necessario in quanto costituisce l’anticamera di nuovi tagli e nuovi risparmi sulla pelle dei più deboli. Ogni franco regalato ai milionari corrisponde a un franco sottratto alle politiche di redistribuzione della ricchezza. Il prezzo di simili riforme è sempre stato pagato dalla popolazione, colpendo la qualità dei servizi pubblici (ospedali, scuole, trasporti) e peggiorando le condizioni di lavoro del personale che vi opera. Questo, nell’ottica neoliberista, significa alimentare costantemente le privatizzazioni. Per dirla con Noam Chomsky la strategia è standard: far mancare le risorse, peggiorare i servizi tagliando, utilizzare il malcontento popolare al fine di svendere al capitale privato.
La RFFA provocherà miliardi di franchi di perdite alla Confederazione, ai Cantoni e ai Comuni. La storia recente ticinese ci ha mostrato chiaramente chi di solito deve passare alla cassa in queste situazioni. Quando si svuotano le casse pubbliche poi i più fragili vengono sacrificati, tramite la riduzione degli assegni familiari e dei sussidi di cassa malati. Gli azionisti, loro, non hanno bisogno di questi aiuti. Nemmeno i profeti nostrani del liberismo.
Lo zuccherino del finanziamento supplementare dell’AVS si rivela solo uno stratagemma per far ingoiare l’inganno fiscale. In effetti, per i pensionati attuali e futuri non è previsto un solo franco in più e il Consiglio federale già parla nuovamente di innalzare l’età di pensionamento delle donne. I fondi aggiuntivi, calcolati in due miliardi, li pagheremmo interamente tutti noi tramite l’IVA e l’aumento dei contributi prelevati dai salari. Insomma, un’ennesima fregatura da respingere con un chiaro NO.
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