Finalmente mi sono laureato a pieni voti e mi cerco un bel lavoro. Ecco come si pensava 30 anni fa e vi era la certezza di trovare un paio di occasioni lavorative, dove bisognava solo scegliere. I tempi sono cambiati, gli impegni finanziari dei genitori che hanno figli agli studi sono veramente importanti, e la consapevolezza che il lavoro non lo trovi più sotto casa per cui ci viene da chiederci in che mondo ci stanno proiettando i nostri politici. Un mondo di incertezze, un mondo difficile oltre ogni misura, un mondo dove il tuo lavoro lo prende il vicino di casa, casa intesa come nazione, un mondo che se hai studiato ti dice bravo e ti offre un posto di lavoro a 3000 fr al mese, perché questo è il mercato. E’ anche vero che studiare arricchisce il bagaglio culturale e di conoscenza della persona, un bagaglio che ti appartiene e nessuno te lo può rubare, ma è anche vero che se poi non hai il lavoro ci si chiede perché studiare così tanto. O che magari sarebbe meglio indirizzare i nostri giovani verso un apprendistato artigianale, con tantissimi sbocchi professionali e scolastici, dove con ogni probabilità ti viene riconosciuto il tuo lavoro con uno stipendio giusto.
Alla fine, chi ha studiato e si è laureato a pieni voti, avrà la soddisfazione di trovarsi nelle maglie della disoccupazione e perggio ancora nelle maglie dell’assistenza sociale con la consapevolezza di essere almeno istruito.
La morale della favola è che invece di discutere in parlamento se i consiglieri di Stato devono essere tutti presenti in sala, e altre fesserie non degne di un parlamento in un periodo di crisi, varrebbe la pena trovare le soluzioni al mondo del lavoro. Sembra che qualcuno dei 5 ci stia provando non con prgmatismo ma realmente. Speriamo solo che la politica non ostacoli il lavoro concreto. (ETC/RB)