“Rimanendo sul confine” al Cortile di Viganello il 21 febbr.
Teatro ilCortile, Viganello
Domenica 21 febbraio 2016 / 17:00
Quinto appuntamento della rassegna SOLOinscena
Rimanendo sul confine.
Ovvero la volta che rincorsi il fante di cuori.
di e con Stefano Beghi
Un uomo cresciuto sul confine tra Italia e Svizzera ha un obiettivo: fare l’insegnate di scopa, il gioco di carte più diffuso dell’era moderna. Quali sono le regole per diventare una grande giocatore? E soprattutto… esiste la partita perfetta? Per l’improbabile maestro la risposta a questa domanda si nasconde nella grande partita del 3 aprile 1973… Il suo racconto ci porta a scoprire storie di contrabbandieri e finanzieri, briganti gentiluomini e militari in esilio, le loro avventure sul confine tra legale ed illegale, bisogno e desiderio, coraggio e follia, in cui giocare è provare ad andare oltre, è concedersi il diritto di sentirsi un eroe. La realtà dei fatti si mischia all’immaginazione di un bambino ormai cresciuto, ma che mantiene vivo il ricordo di quegli uomini che con i loro passi pesanti gli hanno insegnato molto sulla vita: Contrabbandieri e finanzieri diventano protagonisti di storie mitiche, eroi di altri tempi. Al centro di questo immaginario il tema del gioco simbolo e sublimazione della rivalità tra le due parti, ma anche della sfda alla vita e alle sue fatiche in cui contrabbandieri e finanzieri hanno sempre giocato dalla stessa parte.
Il racconto è ambientato sul confne tra Italia e Svizzera. Quando si pensa ad un confne, il più delle volte, si pensa ad una linea… ma per quanto si siano sforzati per cercarla, i protagonisti di questa storia quella linea non l’hanno mai trovata. Quello che resta sono da una parte gli Stati, le loro regole e le loro procedure e dall’altra le persone, i loro sogni, le loro necessità: il contrabbando nasce nel contrasto tra queste due dimensioni, nella voglia di riscatto del singolo, nel sentimento di appartenenza a un territorio che va al di là della dinamica politica. Il confne di uno stato, si trasforma così nel confne del lecito, delle possibilità di un uomo, confne tra povertà e dignità, tra il bisogno e la voglia, tra la “giusta misura” e “il di più”. Perché di là non si può andare? Il mito del contrabbandiere (ancora assolutamente vivo nel ricordo di chi abita in zone di confne) può e deve parlare all’uomo di oggi: dopo anni di benessere, di industrializzazione e di sradicamento dal territorio, abbiamo bisogno di fermarci a rifettere sui nostri “confni”. Nel tema tragico della scelta e della paura di “non farcela” questo spettacolo diventa assolutamente attuale.
Durata 60 min.
Stefano Beghi
Classe 1984, diplomato alla Scuola di Teatro Arsenale di Milano e con alle spalle un lungo percorso di teatro d’improvvisazione, è uno dei fondatori di KarakorumTeatro, un gruppo di giovani artisti che nel grande e complicato mondo del teatro hanno scelto di “stare insieme”: un co-working ideale.
Si dedica a un teatro che ama definire “popolare”: approfondisce in particolare il linguaggio della maschera, in particolare facendo ricerca (sia artistica che antropologica) sulle maschere della tradizione popolare carnevalesca come le maschere lignee dei carnevali alpini (in collaborazione con l’università di Ginevra, il consorzio dei mascherai alpini e kuniaki ida).
Il suo amore per le piccole grandi storie che non fanno notizia, lo ha convinto a produrre anche degli spettacoli in cui poter “raccontare” col suo stile che passa dal comico al surreale senza mai perdere di vista la riflessione.
“Rimanendo sul confine. Ovvero la volta che rincorsi il fante di cuori” è il primo di una serie di spettacoli sui banditi della montagna, che Stefano Beghi dedica al suo territorio: Varese e le sue montagne che non hanno mai fatto notizia… finora.
Tra i suoi lavori come attore e regista si segnalano “Grand Scandale” (progetto di KarakorumTeatro segnalato dalle giurie del Premio Giovani Realtà del Teatro 2013), “Con T(r)atto” (spettacolo in maschera coprodotto da KarakorumTeatro con Autonyme, compagnia d Losanna, già in scena a Losanna, Ginevra, Neuchatel e Bellinzona), “Preferirei di No” di Riccardo Mini (Teatro di prosa).
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