PIGNASECCA E PIGNAVERDE al Teatro Sociale di Locarno il 10 e 11 aprile 2025
PIGNASECCA E PIGNAVERDE
Giovedì 10 e venerdì 11 aprile 2025 | ore 20:30
Di Emerico Valentinetti
regia Tullio Solenghi
scenografia Davide Livermore
con Tullio Solenghi, Mauro Pirovano, Roberto Alinghieri, Stefania Pepe, Claudia Benzi, Laura Repetto, Stefano Moretti, Matteo Traverso,
produzione Teatro Sociale di Camogli, Teatro Nazionale di Genova
Dopo il successo de I Maneggi per maritare una figlia, Tullio Solenghi torna a trasformarsi nella maschera di Gilberto Govi, misurandosi con l’altro cavallo di battaglia del grande attore genovese: Pignasecca e Pignaverde (produzione Teatro Sociale di Camogli, Teatro Nazionale di Genova), in scena giovedì 10 e venerdì 11 al Teatro di Locarno.
Con l’aiuto fondamentale, anche questa volta, dello stupefacente trucco e parrucco di Bruna Calvaresi, Solenghi torna a trasformarsi, anima e corpo, nella maschera goviana; una scelta registica e interpretativa a suo modo estrema, mai tentata prima da altri.
Rispetto ai Maneggi, che essenzialmente è una commedia degli equivoci, Pignasecca e Pignaverde, di Emerico Valentinetti, ha il valore aggiunto di una drammaturgia più elaborata e ambiziosa, incentrata su un tema classico del teatro comico: l’avarizia. Un piccolo Molière alla genovese, per valorizzare il quale Solenghi ha scelto di farsi affiancare da un altro attore comico genovese, Mauro Pirovano, ex-componente del gruppo satirico Broncovitz, da uno dei migliori attori di prosa del teatro italiano, Roberto Alinghieri, e da due attrici che hanno mostro tutto il loro talento e la loro verve nei Maneggi: Stefania Pepe e Laura Repetto.
Spiega Solenghi presentando il lavoro: «Lascio i panni del remissivo Steva per calarmi con immutato entusiasmo in quelli del più arcigno Felice, una maschera che, a differenza della precedente, nasconde, tra gli immancabili spunti di grande comicità, lati umani oscuri e intriganti da indagare e rappresentare. Questo nuovo personaggio goviano rappresenta, infatti, l’eterno archetipo dell’avaro, attorno al quale ruotano personaggi e situazioni che vanno a comporre, nell’attenta osservazione della realtà, quel microcosmo di stampo ligure che si manifesta in una sorta di preziosa “foto d’epoca”. È proprio sfogliando queste immagini sceniche che il pubblico ha partecipato ai nostri Manezzi, in una sorta di rito collettivo che voglio puntualmente ricreare con questa nuova rappresentazione.
In Pignasecca e Pignaverde la maschera si fa più autentica, con una maggiore profondità narrativa: una nuova sfida per me, per la mia messa in scena e per la compagnia che mi affianca, professionalmente ineccepibile in ogni ruolo, perché l’empatia del gruppo è sempre stata una delle risorse essenziali del teatro di Gilberto Govi. A lui e alla sua arte ho voluto dedicare anche in questa mia nuova messa in scena un mio personale tributo.