Potevamo commentare subito a caldo, ma ci è sembrato poco corretto lasciarci prendere dalle emozioni, positive a volte e negative altre volte. Dunque a freddo pensiamo di essere più razionali e di fotografare una situazione, non uguale nelle varie regioni, nei centri e nelle valli, nel sopraceneri e nel sottoceneri. Un dato spicca su tutti: sul 65% di votanti ben il 25% ca. ha scelto di votare senza intestazione! Segno evidente che i partiti hanno sempre meno presa sull’elettorato. Tra i non votanti e le liste senza partito stiamo parlando di un 60% e solo un 40% ha votato ancora con intestazione del partito. Ma la crisi dei partiti la si vedeva già da 6 anni e mai come in queste elezioni i partiti hanno avuto difficoltà a reperire i nominativi che si mettessero a disposizione e pure affrontare il giudizio popolare.
La sensazione è che questo esercizio si basa sempre di più su personalismi e ragnatele di connivenze che non fanno bene alla politica stessa. Vi sono municipali e consiglieri comunali che dopo oltre venti anni hanno abdicato, certo perché si erano ritagliati il ruolo di “reucci” facendo negli ultimi anni solo danni. Meglio tardi che mai. Siamo sempre stati dell’idea che 12 anni in una posizione politica sia il massimo consentito per lavorare costruttivamente. Oltre questo numero di danni viene meno l’entusiasmo e la creatività danno spazio ad una certa faziosità che non permette più di affrontare i temi con il giusto piglio. Vediamo certi comuni di valle con “sindaci-padroni” che dopo un ventennio hanno ridotto i loro comuni a vegetare e non riuscire più a camminare bene. Comuni che venti anni fa erano ridenti e oggi hanno perso velocità economica e dunque meno posti di lavoro, turismo ridotto al minimo, commercio praticamente inesistenze, insomma un fallimento sotto ogni aspetto. Hanno investito soldi pubblici in strutture fine a se stesse senza realizzare quel puzzle che se composto potrebbe garantire il successo. Il problema per i nuovi arrivati sarà quello di capire gli intrecci fatti e sgrovigliare la matassa e con entusiasmo e creatività iniziare una ricostruzione che sarà difficile vuoi per l’imperizia di chi li ha preceduti e anche per una crisi pandemica che non ha certo aiutato. Poi in alcuni centri si è notato il ritorno di gente che politicamente ha operato a livelli superiori, mandati poi via da quelle posizioni da votazioni democratiche e rientrati nei municipi o Consigli Comunali. Gente che operava a livello federale e cantonale e che ora, grazie alle loro appartenenze hanno prevaricato posti a giovani promettenti. Gente che vive di protagonismo fine a se stesso ma che forti delle loro posizioni riescono sempre a convincere la popolazione, parte di essa, che loro sono il “sapere”. Di certo sugli equilibri partitici una cosa la si può dire; i PPD tonfano un po’ ovunque, incapaci di adattarsi al nuovo mondo, marciano ancora con concetti obsoleti. Solo grazie ad alcune personalità scese in campo hanno evitato un’emorragia che avrebbe potuto essere devastante. La lega perde e la manovra di unirsi all’UDC non lo ha certo favorita. Anzi questa unione ha frenato l’ascesa alla UDC stessa che qualcosa in termini di “cadreghe” sembra aver guadagnato. Per i liberali il discorso si complica. Complessivamente sono il partito che ha rischiato di più con giovani candidati e probabilmente ha vinto, facendo un piccolo balzo in avanti. Ora spetterà a questi giovani dimostrare di aversi meritato la fiducia della popolazione. Il fatto di aver cambiato presidente negli ultimi mesi, eleggendo un giovane, ha sicuramente aiutato sinergicamente a farsi votare. I socialisti, uniti con i verdi hanno fatto un balzo avanti. Ma analizziamo bene, i socialisti da soli avrebbero perso eccome, unendosi con la forza d’urto dei verdi sono stati risucchiati nel successo. Forse i veri vincitori di queste elezioni sono proprio i verdi con… le liste civiche. Tutte queste liste civiche, hanno eroso voto ai partiti/movimenti storici, mettendoli in difficoltà. Ci troviamo una politica molto frazionata e la speranza che chi eletto nei Municipi si leva di dosso la tunica del partito e inizia a lavorare sui temi e progetti. La nostra è una speranza che come sempre verrà disattesa. Chi ha perso, e questo ci dispiace enormemente, sono le donne. Troppo poche, sempre meno e ne risentirà tantissimo la progettualità sui temi, considerando l’approccio più umanistico che le donne hanno nell’affrontare i temi. Agli eletti, in particolare ai nuovi eletti l’augurio di non farsi sotterrare dai soliti senatori nei vari gruppi allargati, che siano voce di se stessi e non altoparlanti di altri. Malfidiamo dei giovani politici, rampolli di famiglie politiche note, anche se speriamo che ciò non accada. Che i giovani facciano il loro percorso, sbagliando magari, ritornando sulle proprie decisioni, ripartendo ma sempre con la convinzione loro di fare ciò che pensano liberamente e di non lasciarsi mai condizionare da chi dietro le quinte vuole tirare le corde del potere. Denunciamo ogni volta che ci accorgeremo che questo sembra accada, perché il nostro futuro stà nei giovani e nelle donne a patto che marcino secondo le loro più intime convinzioni. Essere marionette di un potere li delegittimerebbe e per la popolazione sarebbe drammatico. Tutto sommato queste elezione hanno detto che in generale la voglia di cambiare c’è, ora spetta a noi tutti supportare (non manipolare) questi giovani attori che dovranno decidere per il futuro nostro e delle future generazioni. Noi ci crediamo e speriamo di non venire disattesi…
(ETC/rb)