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Care amiche, cari amici, buona domenica!
Il tempo non sembra proprio dalla nostra parte, ma questo non ci impedirà di trascorrere qualche ora lieta in compagnia dei nostri cari, magari in una delle tante sagre proposte oggi nel nostro Cantone. Dalla zucca alle castagne, i sapori autunnali le fanno da regina.
Sintesi della settimana ed evoluzione
La nostra informazione domenicale dell’Economia con Amalia inizia con una notizia che sembra un po’ bizzarra. L’antitrust americana ha bloccato il “monopolio delle borsette”. È la prima volta che un giudice federale applica le sue decisioni al settore della moda. Ma andiamo con ordine. La storia riguarda due aziende, Tapestry e Capri Holdings. Tapestry è proprietaria dei marchi Coach, Kate Spade e Stuart Weitzman, conta quasi 19 mila dipendenti nel mondo e ha chiuso il 2023 con circa 6.7 miliardi di dollari di ricavi (5.8 miliardi CHF). Capri Holding annovera tra i suoi marchi Versace, Jimmy Choo e Michael Kors, ha oltre 15 mila dipendenti e ha chiuso il 2023 con circa 3 miliardi di dollari di ricavi (2.6 miliardi CHF). Nell’agosto del 2023, Tapestry annuncia l’acquisto di Capri Holding per 8,5 miliardi di dollari (7.4 miliardi CHF), ma la Federal Trade Commission, che è un’agenzia governativa statunitense che promuove la tutela dei consumatori, blocca l’acquisizione chiedendo l’intervento delle autorità antitrust. In questi giorni c’è stata la sentenza. Secondo i giudici la fusione non deve avvenire perché essa consentirebbe alla nuova società di detenere una quota di mercato del 59%, garantendole di fatto di ridurre notevolmente la concorrenza nel mercato delle borse di lusso accessibili. In questo caso si parla di borse acquistabili con un prezzo tra i 100 e i 1’000 CHF. La reazione in borsa è stata differente per i due marchi: Tapestry, che ha annunciato l’intenzione di ricorrere in appello, ha visto il valore delle sue azioni aumentare del 15%, mentre Capri Holding è crollata. Non è un mistero che quest’ultima stia affrontando un periodo delicato e che se non sarà Tapestry ad acquisirla, ci saranno già pronti il gruppo Exor e Kering interessati al marchio Versace. Se questo accadrà, scopriremo che per le autorità antitrust è meglio smembrare un’azienda in piccole parti e farle comperare dalle grosse aziende, che non consentire che due aziende sopravvivano nell’interezza unendosi.
Questa settimana si è svolto il 16º vertice dei Brics, l’organizzazione che rappresenta le economie emergenti. I Paesi fondatori sono stati Brasile, Russia, India, Cina a cui si è unito presto il Sudafrica; da quest’anno si sono aggiunti Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran. L’Argentina ha rifiutato l’invito, mentre l’Arabia Saudita si è presa del tempo per decidere. Al momento attuale, questa organizzazione rappresenta il 45% della popolazione mondiale, il 35% del prodotto interno lordo globale (a parità di potere d’acquisto) e possiede tra le una fetta rilevante delle materie prime come rame, acciaio, alluminio. Con l’aggiunta degli Emirati Arabi e dell’Iran, questi Paesi producono il 30% del petrolio mondiale. I BRICS sono nati come un’unione di paesi che aveva lo scopo di facilitare il commercio tra di loro. Oggi, gli interessi sembrano essere mutati e i BRICS cominciano a pensarsi come un’alternativa geo-politica alle economie cosiddette avanzate. Gli argomenti trattati durante il 16° vertice sono stati di differente natura. Si è discusso degli attuali conflitti nel Medio Oriente e in Ucraina; la Russia, ha dichiarato che la pace potrà esserci solo tenendo conto di quanto accaduto sul terreno, ossia rivendicando i territori conquistati. Oltre che di conflitti, i paesi hanno parlato anche della predominanza del dollaro come moneta di scambio definendola un’ “arma” nelle mani degli Stati Uniti. Per questa ragione hanno deciso di rafforzare l’uso delle monete nazionali nelle loro transazioni commerciali che rimangono privilegiate e favorite tra i paesi membri. Non è ancora ben delineato, tuttavia, il progetto di creare un nuovo sistema di pagamenti basato sulla tecnologia Blockchain e sulle criptovalute non è stato abbandonato, anzi. Questa sì che diverrebbe una vera alternativa all’Occidente. Anche se i principali paesi BRICS hanno tutto l’interesse a mantenere ottimi rapporti commerciali con l’”Occidente”, pare che piano piano si stia ritornando a parlare di un mondo diviso in due potenze, esattamente come durante la guerra fredda. I campanelli d’allarme suonano, speriamo che qualcuno li ascolti.
E inascoltate invece paiono le grida d’allarme che arrivano dal Cantone Ticino. Uno studio recente pubblicato da Eurostat conferma la difficile situazione economica in cui si trovano i nostri cittadini. In questa analisi è stato analizzato il rischio di povertà o esclusione sociale delle regioni dell’Europa. L’indicatore misura la somma delle persone che sono a rischio di povertà o deprivate materialmente socialmente in maniera grave o che vivono in un nucleo familiare con un’intensità di lavoro molto bassa. Il tasso di rischio di povertà misura la percentuale di persone che dopo i trasferimenti sociali (inclusi i sussidi dello Stato) vive al di sotto del 60% del reddito disponibile equivalente di quella nazione. Questo indicatore, quindi, non misura la ricchezza, quanto la differenza di reddito rispetto agli altri cittadini. Il tasso di deprivazione grave si ha quando una persona mostra una deprivazione di almeno 7 su 13 ambiti testati. Tra questi rientra la capacità di affrontare delle spese impreviste, la possibilità di sostituire dei mobili vecchi, la capacità di far fronte ai pagamenti arretrati, la possibilità di avere attività ricreative regolari, … Insomma, questo indicatore cerca di misurare se si ha la possibilità di vivere integrati nella società di cui facciamo parte. Per quanto riguarda il nucleo familiare con un’intensità di lavoro molto bassa, questo viene definito tale quando le persone in età lavorativa hanno lavorato meno del 20% dell’anno precedente.
Nel nostro articolo settimanale: “Ticinesi? Sempre più poveri” approfondiamo i risultati di questo studio da cui emerge che il Cantone Ticino è nelle ultime posizioni in graduatoria. Non solo: la situazione negli ultimi tre anni appare notevolmente peggiorata. Bassi salari e alti costi (cassa malati, targhe, elettricità, …) sono la tempesta perfetta che spiega il fatto che gli anziani in pensione devono traferirsi all’estero, i giovani emigrano oltre Gottardo e l’aiuto dello Stato cresce vertiginosamente. Ringraziamo i portali per la pubblicazione dell’articolo Ticinonline, Ticinonews, Liberatv, EiCinforma
Trovate qui gli articoli della settimana
Ticinesi? Sempre più poveri
Se vi siete persi gli articoli delle scorse settimane, eccoli:
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La fine delle auto elettriche e le mille contraddizioni dell’Unione Europea
Finanziamento dei sistemi previdenziali: dalle urne un invito a trovare nuovi modelli
Previsioni economiche Svizzera: bene, ma non benissimo…
120 secondi
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L’Economario – il vocabolario di economia
Vi ricordiamo che il nostro vocabolario di economia vi spiega in parole molto semplici, temi apparentemente complessi e soprattutto perché sono importanti nella nostra vita di tutti i giorni. Inflazione, PIL, consumi, commercio estero, disoccupazione: temi in apparenza complessi che vengono spiegati con parole semplici.
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In attesa di quello che ci riserverà l’economia la prossima settimana, vi auguro una splendida domenica!
Un caro abbraccio,
Amalia Mirante