Neanche 4 mesi e saremo chiamata a eleggere/rinnovare i poteri comunali. Se negli ultimi 30 anni dove abito non è successo nulla, o meglio si sono chiuse attività, persi posti di lavoro, banche e altro se ne sono andati, i costi degli affitti sono aumentati e insomma il tutto stà diventando un paese dormitorio, come già 30 anni fa chi era lungimirante denunciava questo stato di cose. Non ci hanno creduto, anzi hanno cercato di “farci fuori”, perché già allora alcuni pensavano con la propria testa e non eravamo manipolabili. Poi chi è rientrato nei ranghi è stato offerto posti statali, dicasteri in Municipio e altro ancora e chi invece ha continuato a ragionare con la propria testa ha pagato a caro prezzo la libertà delle idee. Sono passati 30 anni da allora e in 30 anni la persona matura, diventa ponderata, ma non per questo perde lo smalto della libertà del pensiero, anzi. Affermo che in questi 30 anni chi ci ha amministrato ha perpetrato danni irreversibili alla vita sociale della comunità. Occasione d’oro quando il gruppo dirigente, dopo cosa ha combinato, decide di abbandonare la scena pubblica. Le motivazioni possono essere due: o sono stanchi di gestire il potere, un piccolo potere in quanto di soldi non ve ne sono e quelli che c’erano li hanno mangiati fuori tutti in imprese accattivanti per i soliti imprenditori e commercianti, lasciando nulla alla popolazione, oppure sanno che prima o poi la verità verrà a galla e non vogliono confrontarsi con il loro passato, lasciando ai nuovi una situazione disperata, tale da non riuscire, neppure con tanta buona volontà, ad operare un riassesto. Si son spesi milioni per infrastrutture necessarie, ma che meriterebbero ora il supporto logistico e turistico per farle rendere, non per essere strutture assistenziali per dare lavoro a chi non lo trova e allora si adagia tranquillamente sulle amicizie per lavorare, senza l’assillo di dover lavorare con traguardi economici ed immateriali definiti. Ognuno, è l’impressione di molti cittadini, che lavora senza un piano preciso, occupando posizioni tali da creare difficoltà ai cittadini che sono marcati sul libro nero del Comune. E allora per una sorta di collegialità nel male, ecco che tutti si accaniscono contro questo o quello per il semplice fatto che non sono riusciti a piegarlo. Il nuovo che avanza non ci sembra prometti molto meglio, forse il vantaggio di un entusiasmo vero iniziale, ma poi sarà il solito adagiarsi e “tiraa innanz” senza soluzioni o visioni. Visioni, appunto, ecco la parola che finalmente dovrebbe essere lo stimolo e la linea da seguire. Visone turistica con uffici del turismo chiusi quando girano i turisti, quei pochi che ancora ci onorano delle loro visite. Visoni economiche assenti a favore della famiglia e dei cittadini. Ci hanno decisamente depauperati di un sacco di soldi, troppi ed ingiustificati, con la tassa sul sacco, tanto che per ordine delle autorità cantonali hanno dovuto diminuirle… ci aspettavamo una restituzione del troppo tolto alla popolazione. Visioni dell’apparato organizzativo comunale; abbiamo l’impressione che nessuno abbia in chiaro i propri compiti lavorativi. Ognuno fa ciò che desidera, all’unica condizione di non disturbare la quiete politica del comune. Visione progettuale assente ad ogni livello. Inutile investire in strutture e poi non avere la possibilità di ricettività. Se non ci sono queste opportunità e molti locali pubblici fanno il bello e il brutto tempo, dimenticandosi che si chiamano locali pubblici, dunque un servizio al pubblico, non possiamo pretendere di avere una politica turistica. Guardiamo negli ultimi trentanni: il comune e i suoi organi hanno fatto di tutto per spaventare nuovi investitori, per distruggere chi aveva idee innovative e vincenti, ma la sfortuna di non appartenere all’area politica, o meglio partitica giusta. I risultati li abbiamo tutti sotto gli occhi e pensiamo alle festività appena passate; una DESOLAZIONE il prodotto di una politica nulla e senza alcuna visione.
Siamo certi che questo Comune ha le potenzialità per remare verso un certo benessere, ma per far questo bisogna estirpare il vecchio e inserire il nuovo con tanta motivazione. Per permettere ad un Comune di iniziare il processo teso al benessere bisogna promuovere il Comune stesso verso l’esterno e cercare di attirare nuovi abitanti domiciliati. Tutto gioca a favore di questa politica, più domiciliati, più gente che paga le tasse, e più consumi che equivalgono a maggiori entrate e maggiori opportunità di lavoro. Cominciamo a finanziare con un Assegno integrativo di infanzia per 3 anni le donne che partoriscono bambini e che lavoravano, permettendo di vivere dignitosamente con la paga del solo marito e creando nuovi posti di lavoro. Invece di gettare soldi a palate in strutture che servono a far divertire solo una categoria di ricchi, cerchiamo di trovare aiuti e agevolazioni per la famiglia. Trasporti pubblici gratuiti , sovvenzioni alla ristorazione per proporre menu turistici competitivi e studiare come promuovere il territorio, non con studi inutili commissionati a SUPSI che costano e servono ai politici per supportare le loro non-decisoni, ma assumendo un team di specialisti, definendo compiti e obiettivi a corto-medio termine, per risollevare la vita anche sociale di questo Comune. Invece si lavora a compartimenti stagni, ci si accanisce contro cittadini che operano a favore del comune ma non sono manipolabili e alla fine a risentirne saranno i cittadini che prima o poi varcheranno i confini del comune per andare a vivere dove le condizioni quadro siano migliori. Impiegati del comune che decidono di andare a lavorare per altri comuni della cintura suburbana dovrebbero far riflettere certe autorità. Di certo affinché i candidati vorranno il nostro voto, vero sono pochi, ma ogni piccola goccia serve per riempire il bicchiere, dovranno proporci un programma con una visione globale di intenti e dirci come intendono operare per raggiungere gli obiettivi. Altrimenti, se saranno solo le solite promesse, saranno destinati ad essere eletti e avranno come risultato l’ennesimo impoverimento di questo bellissimo comune, dove vivere potrebbe diventare un eden terreste per chi decide di starci e di venire ad insediarsi. O peggio ancora, se i giovani che si presenteranno in lista saranno loro stessi manipolati da chi ha “mollato” ci ritroveremo peggio di oggi. MA È COSÌ DIFFICILE PENSARE CON LA PROPRIA TESTA?
(nella foto scattata da un cittadino di Faido durante le festività, vuota, con i ristoranti chiusi)
(Pensieri personali di Roberto Bosia, cittadino di Faido che vuole bene al proprio comune ed è triste a vedere che non vi sarà alcun sbocco per i giovani che vorrebbero vivere e lavorare qui)