Occasione per riflettere sul sistema scuola Media e’ stata una tavola rotonda tenutasi il 11 novembre 2024 al Palazzo Mantegazza di Paradiso organizzata dalla redazione di Ticino Welcome, nella persona della giornalista Paola Chiericati. Relatori qualificati hanno preso la parola come la signora Tiziana Zaninelli, resp. sez. insegnamento medio DECS; Paolo Colombo della formazione professionale, Aurelio Sargenti già direttore Liceo, Pierfranco Longo della conferenza cantonale dei genitori, Giani Righinetti giornalista di TeleTicino e Matteo Mozzini di Associazione La Scuola.
Il giornalista Carpani ha moderato la serata, che ha visto una bella partecipazione di pubblico. Il tema e’ che dopo 50 anni di scuola media urgono dei cambiamenti radicali, ma le difficoltà di questi si contrappongono alle varie correnti partitiche, che invece di avviare un processo di innovamento, si trincerano sulle loro posizioni ideologiche, come se la scuola sia poi un trofeo da mostrare da quello o quell’altro partito. Una provocazione arrivata da un giornalista e’ che la Scuola ammette dei cambiamenti ma si chiude molto a riccio in quanto difficilmente si mette in gioco, in particolare nelle sfere altre della gerarchia scolastica. L’Associazione La Scuola ha mostrato il loro progetto di rinnovamento, dove dovrebbero essere diminuite le ore di lezioni, pianificandole alla mattina, momento a detta di tutti dove l’apprendimento risulta essere migliore, e nel pomeriggio dare sfogo a laboratori, organizzazioni di materie opzionali, e anche dare il tempo ai giovani di svolgere i compiti e magari approfondire le nozioni apprese la mattina. Tante belle proposte, come quella di levare finalmente i livelli A e B, ma l’impressione che sia molta teoria la quale va a scontrarsi con una pratica che difficilmente potrà trovare connotazione nel poi mondo del lavoro, dove, in particolare chi vuole affrontare un apprendistato, sarà confrontato con imprenditori che sceglieranno per la loro azienda solo i ragazzi piu’ bravi e talentuosi. Tutte le teorie di una scuola Inclusiva, bellissimo ma,,, difficilmente troveranno sbocco nel mondo competitivo del lavoro. Il rischio, molto concreto di creare la scuola per tutti e’ quello di abbassarne il livello di apprendimento rischiando allora che il mondo del lavoro vada ad attingere altrove la sua forza lavoro.
Dalla sala poi interventi di docenti presenti che a chi scrive non sono piaciuti per nulla; chi ha attaccato partiti politici di destra come incompetenti, chi ha fatto interventi mettendo il docente su un piedistallo, oberato di lavoro e in fundis, come sempre chi chiede maggiori soldi come stipendi e anche maggiori risorse per la scuola. Alla fine ho avuto l’impressione che i dirigenti scolastici e le varie associazioni legate al mondo della scuola affrontano temi importanti, innovativi ed interessanti ma che non vi siano poi i partner giusti che adotteranno la stessa linea; docenti attaccati a posizioni acquisite e che difficilmente vogliano mettersi in gioco (magari uno stage in qualche fabbrica potrebbe far loro bene), imprenditori che vogliono nelle loro aziende solo il meglio e la politica/partitica che della scuola ne fa un motivo di scontro ideologico per potersi poi eventualmente arrogarsi il diritto di essere loro gli innovatori. Restano i genitori che in mezzo a innumerevoli difficoltà economiche e logistiche, non sanno veramente piu’ cosa pensare e la mancanza di informazioni mette loro in difficoltà, la gestione della famiglia intera. Fino a quando tutti gli attori che dovrebbero intervenire non la smettono di arroccarsi diritti di categoria, difficilmente per la scuola ticinese vi sarà la luce, nella speranza di essere contraddetti da fatti che porterebbero innanzitutto al centro della scuola l’allievo e non i protagonismi di altri attori!
(ETC/rb)