Tamara Brenni, ticinese che dedica ai ragazzi e ai bambini, realizzando molteplici progetti di grande rilievo, e portandoli attualmente ad esibirsi nelle case anziani del Ticino, allietando gli ospiti con la musica. Nonché arricchendosi a loro volta, interiormente.
È un progetto molto legato al fortemente al territorio. (Hanno già lavorato in tv in Ticino!).
DAL TICINO CON AMORE, PER ESIBIRSI IN UN FLASMOB CORALE PER LE VIE DI SANREMO.
Intervista a Tamara Brenni, direttrice e vocal coach della scuola “Filling The Music” di Lugano.
Una scuola speciale che forma nel canto e nel movimento, iscritti dai 3 ai 15 e anche 18 anni.
Moltissime le esperienze televisive sia in Italia che in Svizzera; ma il loro regno è YouTube con 250’000 iscritti, e visualizzaioni, soprattutto in Italia, per 153’000’000!
La loro specialità è la cover con videoclip di brani italiani dal 1951 ad oggi!
Celebreranno la canzone italiana a Sanremo, con dei flashmob eseguiti in madlay della lunghezza di un’ora, dove passeranno con scioltezza da un’annata all’altra!
Di seguito, la nostra chiaccherata per conoscerli meglio.
D. Quando nasce il progetto Filling The Music ed in cosa consiste?
R. Nel 2016 nasce questo progetto che come prima esperienza, ci ha portati a cantare gli inni in campo per la Nazionale svizzera. Sorse il problema che la squadra della Moldavia ed i suoi tifosi si sarebbero “offesi”, se non fosse stato eseguito anche il suo inno.
In soli 5 giorni, i ragazzi sono riusciti ad essere pronti per cantare anche in moldavo! Ricevemmo tantissimi complimenti per questo successo. In seguito, facemmo la stessa cosa con il Giappone, con il Qatar, e molti altri.
Fu questa esperienza a convicerci che in confronto avrebbero potuto sicuramente cantare le cover delle canzoni più famose.
Così decidemmo di sostituire alcune parole e girare le clips con delle scene magari più adeguate ai giovani interpreti. In questo modo, noi portiamo i successi dei big ai bambini.
D. Il suo ruolo attivo? So che lei è la direttrice di questa scuola, tanto per iniziare…
R. Alla fine io faccio tutto: sono vocal coach, insegnante di canto, faccio le riprese, taglio, monto. Faccio tutto io e debbo dire che funziona (ride).
D. E avete un quartier generale? Ci sono selezioni per iscriversi? Come si fa a trovarvi o contattarvi?
R. In questo momento ci troviamo a Pura, in periferia. Chi volesse contattarci, ci trova soprattutto in Rete, ai nostri profili social e può scriverci. Non abbiamo una selezione vera e propria, ciò che mi interessa è vedere una new entry come interagisce con il resto del gruppo.
D. La vostra esecuzione è corale ma non siete statici: c’è movimento e interpretazione…
R. Diciamo che ciò che io ritengo importante è che non vengano semplicemente eseguite le canzoni, imparandole a memoria. Bisogna capire cosa si sta cantando, infondere l’emozione giusta: se abbiamo un concerto, ma anche una cover, se non arrivi al pubblico e non trasmetti qualcosa, allora stai cantando per niente. Si canta soprattutto per gli altri e per donare emozioni.
Proprio per questo, ora stiamo andando nelle case anziani con questo progetto. E per il 75esimo, andremo a Sanremo, e sarà una esperienza incredibile!
D. Cosa imparano i bambini da questo rapporto con gli ospiti delle case anziani?
R. Si spalanca un formidabile ponte tra generazioni. C’è uno scambio preziosissimo. La mia idea è stata dall’inizio di dare qualcosa agli anziani. Ma anche loro hanno dato tanto a noi. I brani vanno dal ’51 con Nilla Pizzi, e mi sono dimenticata zitti e buoni il passaggio con i Maneskin (ride)… E quando è partita la base, con i ragazzi che imitavano anche i gesti di quelli veri, mi son detta “Oh mamma!”. E si immagini questi anziani tutti tranquilli e poi di colpo, si scatenano, partecipano, imitano i bambini e dondolano le teste! È come se con la musica si accendessero! Ballavano con noi e quando erano in carrozzella, lo facevano con le braccia e la testa.
D. Le età sono molto vaste, dai 5 ai 15 e anche 18 anni… Come si lavora in un gruppo così eterogeno?
R. Benissimo! Anche perché come dicevo, non faccio selezioni. Infatti non accetto demo di prova: rispondo sempre che a me interessa come si comporterà da noi, e quanto impegno ci metterà. Se non si impegna non può cantare con noi, e se non rispetta tutti e tutto, non può cantare con noi. Ho attualmente nel gruppo delle 15enni che adesso stanno iniziando un apprendistato, come scuola di maestra d’asilo, perché son talmente abituati ad essere accerchiati da bambini, che ormai si trovano a loro perfetto agio! Una delle due aveva iniziato da me a 3 anni 1/2!
D. E voi avete già avuto delle belle esperienze televisive sia in Italia che in Svizzera… Qualche anedoto?
R. La più bella in Svizzera forse è stata la trasmissione “Fuori Classe”, abbiamo registrato le puntate in estate e siamo andati in onda a settembre. Con i 2 anni di blocco Covid fummo costretti a fermarci anche noi.
D. Il vostro regno è il web. Quali sono le punte massime di visualizzazioni e da dove provengono i contatti?
R. Soprattutto in Svizzera e in Italia. Per assurdo, siamo più italiani che svizzeri! (ride) Siamo a 153 milioni di contatti! 250’000 iscritti.
D. E quest’anno Sanremo!
R. Si, con l’autorizzazione del Comune, partiamo soprattutto per dei flashmob. Tutto parte dal fatto che ogni anno noi guardiamo il Festival di Sanremo per scoprire quali nuove canzoni coverizzeremo. Quest’anno è il 75. e da sempre io amo i medley, e allora mi sono decisa ad allenare i ragazzi a cantarne uno di un’ora, che parte dai successi dal 1951 ad oggi, impiegando i ritornelli delle canzoni. Partiamo così da Nilla Pizzi per arrivare ad Angelina Mango: si sente il cambiamento della musica! L’eleganza dei Cinquanta, per passare dall’esplosione della musica d’autore nei Sessanta, poi le influenze alterne dei Settanta e degli Ottanta. Poi si evolve sempre di più raggiungendo Novanta e Duemila. Canteremo tra la gente per la gente, per le piazze più importanti e per le vie, celebrando Sanremo.
D. È un approccio diverso alla musica, rispetto al video o al concerto live e tutte le altre esperienze che avete fatto… Ci sarà anche dell’emozione.
R. Per le strade, ciò che si apprende è il contatto umano. È il motivo per il quale li ho fatti esercitare, iniziando nelle case anziani. Per strada, sei proprio nella gente ed il contatto è diretto. Per il resto, io credo che l’emozione, se non ci fosse, potremmo smettere di cantare. Se non ci si emoziona più si è morti! (Ride) Ma poi ce la fanno sempre e sono sempre più bravi.
Link YouTube Filling The Music: