Sembrava ieri che eravamo chiusi in casa per ordine del Governo, e non giudico l’operato del Governo allora. Sembrava ieri che potevamo solo uscire a fare la spesa. Eravamo tutti sensibili a mantenerci distanti gli uni dagli altri. Poi il mondo economico ha deciso che bisognava “fregarsene” e aprire tutto selvaggiamente. La politica si è inchinata e ha lasciato fare. Questo sicuramente è stata la svolta topica del Covid19, che di colpo sembra non fare più paura. Ne abbiamo sentite di tutti i colori, chi banalizzava i morti, chi invece era terrorizzato. I media, almeno molti di loro, ci hanno terrorizzato con una comunicazione guerrafondai, incutendo altre paure alla gente. Quella gente che si è trovata in difficoltà, che non ha la certezza del dopo, quella gente a cui l’economia, la grande economia se ne frega altamente. Ieri in ogni luogo del cantone, in particolare nei grandi centri commerciali si è assistito all’invasione dei barbari incivili. Controlli ridicoli all’entrata, gente vicina, gente irrispettosa delle regole. La politica ormai ha accarezzato l’economia non per una necessità vera ma per motivi elettorale. Quando l’economia ha deciso non vi è stato più santo che tenga. I politici dopo due mesi di governo vero sono tornati in balia di chi paga e di chi li voterà ancora ai posti di comando. Li abbiamo visti, in particolare quei tre che sono andati a rimorchio di due uomini che hanno dettato le regole, fino che hanno potuto, poi … il nulla. Cosa farà l’economia? Ve lo diciamo noi! Almeno 50mila Ticinesi si ritroveranno senza un lavoro o con una retribuzioni diminuita e non potranno alzare la testa, perché l’economia ha deciso così e se non va bene assisteremo ai 100mila non residenti che verranno a lavorare sottocosto per i padroni che non hanno nessuna remora, vorranno recuperare i soldi persi, a qualsiasi costo con la benedizione della politica e in particolare di quei governanti che avevano promesso “prima i nostri” e che dietro le quinte vanno a braccetto con l’economia. La situazione è difficilissima per i ticinesi operai e se la politica non saprà riprendersi il ruolo che le spetta, il Ticino sarà terra di conquista. Guardiamo l’esempio dei ristoranti. Possono aprire dall’11 maggio 2020 e subito annunci roboanti da parte della categoria che anche se non aprono subito saranno ancora aiutati con OR. Farsi belli con delle mezze verità o mezze bugie. Noi capiamo quei ristoratori, in particolare i piccoli, che hanno qualche reticenza ad aprire subito per vari motivi. Investimenti ulteriori nel rispetto delle regole invocate, fatti due conti forse aprire per questi piccoli costa di più che aspettare una qualche settimana in più. Ma niente si pensava che OR continuasse almeno per un mesetto ancora, per permettere con tranquillità anche ai piccoli di capire e investire nel loro futuro, non certo roseo. Niente di tutto ciò, il cantone, la politica, ha risposto picche e se non apri l’11 maggio 2020 non ricevi più un centesimo per le paghe. Economia dicit!
Questo è un tentativo subdolo di far sparire i piccoli ristoratori dei paesi a favore dei grandi ristoratori e delle catene internazionali che si occupano di gastronomia.
Non capiamo cosa costa di più allo Stato: concedere ancora 4 settimane di OR o vedere fallire tantissimi piccoli ristoranti e assorbirli nell’assistenza con costi statali esorbitanti, sia per il sostentamento che per la loro salute psichica. Ma la grande economia ha detto che chi non ce la fa chiuda e ben venga per loro la cui torta diventa più allettante nella divisione in frazioni maggiori.
Questi governanti che si sono adeguati, volenti o non volenti, alla legge della grande economia avranno sul loro groppone la responsabilità di tutti i fallimenti futuri e di eventuali suicidi di piccoli commercianti ed imprenditori che non ce l’hanno fatta.
Prego Dio che il virus perda gradatamente la sua virulenza e cattiveria nell’insinuarsi in ogni persona, affinché si ritorni tutti ad una pseudo normalità. L’Economia dimostra ancora una volta la sua non umanità e il poco rispetto verso le maestranze che sono la fonte stessa della ricchezza ingombrante ed invasiva dei grandi manager e magnati industriali. Naturalmente le chiese, che non fanno business interessante per i grandi gruppi, devono rimanere chiuse e la Messa non può essere celebrata. Forse questo è un grande errore, perché proprio in chiesa molte persone potrebbero trovare il conforto che l’economia non è in grado di dispensare.
Che si doveva aprire era noto a tutti, ma dopo i grandi discorsi sulla salute, tutto è caduto di colpo e gli affari di pochi hanno sovrastato il tutto. Non vorremmo che alla fine il tutto si fosse rivelato come una bufala e un tentativo concertato di manipolazione delle masse, con assolutamente tutto il rispetto e la solidarietà da parte nostra per chi ha avuto casi nella propria sfera personale. Speriamo tutto si risolva per il meglio… (ETC/rb)