Lasciamo perdere che l’interrogazione sulla richiesta di un audit esterno sulla situazione di Carì arrivi dai PPD e che la gestione fino a poco tempo fa era in mano all’altro partito storico … Queste sono i giochini dei partiti a cui noi non diamo peso. Invece, quel che conta sono i 400 mila cocuzze di passivo cronico a cui il Comune, in qualità di proprietario degli impianti, è chiamato a coprire. Parliamo del 10% del gettito fiscale di tutto il Comune. E i conti di questa ultima annata sembrano essere ancora peggiori. Che si faccia un Audit esterno va anche bene; quanti studi sono già stati commissionati e tutti hanno detto una sola cosa: Carì può vivere se si ingloba anche la ristorazione e lo si fa vivere per 12 mesi all’anno con eventi, congressi e altro. Il passivo è certamente ancora più alto se pensiamo a posizioni assunte nell’organico comunale allo scopo di promuovere proprio Carì verso l’esterno. In questi 5 annetti di gestione allegra, dove nessuno ha messo becco, o non permettevano di mettere becco ora qualcuno inizia a capire che un comune che ha già i suoi problemi, non può annualmente coprire buchi su buchi senza reagire. Di certo qualcuno trae benefici dalla stazione invernale, ma potrebbe trarne ben maggiori benefici se a Carì vi fosse un gruppo che si attivasse per 12 mesi e non semplicemente per l’inverno, quando i dati parlano chiaro sul numero sempre maggiormente ridotto di sciatori (costi elevati) e su una meteo che di anno in anno evidenzia le tematiche di innevamento artificiale e quant’altro. Proprio perché molti commerci del fondo paese traggono enormi benefici dalla situazione, parliamo di residenze secondarie, un bene che va assolutamente considerato, non possiamo permetterci però che si gestiscano gli impianti per qualche mese, senza una visione futura, solo perché ogni anno il Comune pareggia i conti. Non vogliamo anticipare i risultati dell’eventuale studio, certo è data facoltà al municipio di decidere se avviare lo studio o meno, ma da anni andiamo a scrivere che tutto va cambiato e professionalizzato con gruppi di e organizzazioni di eventi degni di questo nome.
Non vogliamo nemmeno noi colpevolizzare o andare a scavare del torpume nelle gestioni passate, nelle male organizzazioni e nel concetto assente di accoglienza turistica. Vogliamo che si passi pure una spugna, diciamo un velo pietoso su quel che è stato, valorizzando il positivo e cercando assieme ai commerci e ristoranti che traggono benefici, di creare un gruppo di intervento nuovo che possa proporre eventi innovativi e creativi durante tutti i 12 mesi.
Si chiede, pensiamo siano queste le intenzione dei consiglieri comunali che hanno inoltrato l’interrogazione, maggiore trasparenza per sapere esattamente la situazione e poter intervenire. Che si cerchi, in caso di mancanza di neve di avere un piano B, da subito, senza improvvisare eventi che proprio perché improvvisati trovano il tempo che lasciano. Tutti, ripetiamo, devono fare un passo indietro e cercare assieme di risollevare le sorti di questa magnifica stazione, atto dovuto per chi ha creduto nella regione è ha costruito la sua casetta secondaria. Poi tutto quello che si fa deve essere comunicato, con professionalità e competenza, perché senza comunicazione sarebbe inutile investire neppure un franco. Che si crei un gruppo di amici, ci si agganci ai vari sistemi di Crowfunding, si organizzino eventi dando vantaggi al neo gruppo di amici e di questo passo si riesca a ritrovare le cifre nere, per sgravare il Comune di questa “palla al piede” che invece dovrebbe essere il fiore all’occhiello. Tutti soldi che potrebbero servire, per creare altre necessità in paese; parliamo di lavoro ai giovani, di cultura, di pianificazione e di promovimento economico della regione. Investiamo nella identificazione cittadina sul tessuto sociale del Paese e allora avremo un reggimento di amanti di Faido che con il loro entusiasmo, guidati da professionisti veri riusciranno a far divenire Carì quello che dovrebbe essere. Senza paura di doversi confrontare e collaborare con gli altri paesi limitrofi e con altri impianti. Solo messi in rete si riesce a contenere le spese di marketing ottenendo maggiori risultati di frequenza. Vedremo il seguito di questa interrogazione e vedremo se finalmente dopo anni di “cerottini” qualcuno avrà capito la lezione e magari inizi a farsi da parte. (ETC/rb)
Concetti e informazioni rilevati dal quotidiano La Regione !