Che al clima si debba prestare maggiore attenzione di quello che in questi ultimi 50 anni si è fatto è chiaro e lampante. Il degrado del territorio è il risultato di una politica capitalista che ha sempre favorito e privilegiato la redditività industriale anziché trovare il giusto compromesso tra mondo industriale e la salvaguardia dell’ambiente. Firmare un documento finale che dice come si deve lottare per diminuire il riscaldamento del mondo di 1,5 gradi è la barzelletta del secolo e sappiamo tutti come questo traguardo sarà irrealizzabile se non concorrono tutte le forze presenti all’ottenimento di questo risultato, che è minimo e non sufficiente per garantire un ambiente sano e vivibile.
Il petrolio e il carbone, i maggiori imputati del degrado mondiale sono ancora delle energie sfruttabili e che danno ricchezza a molti popoli, quelli tanto per dire che tengono il mondo in ostaggio anche con il terrorismo, e mai questi saranno disposti di lasciare questa risorsa naturale perché a loro permette di continuare a vivere nel lusso più sfrenato, tenendo le proprie popolazioni nell’ignoranza completa e continuare quella evangelizzazione religiosa legata al terrorismo. D’altra parte l’industria automobilistica ha ancora molti progetti che impiegano il petrolio come energia e tutto quanto è alternativo e pulito (si fa per dire) è ancora a livello di progetti piloti con costi inavvicinabili per la popolazione normale.
Ma andiamo oltre nell’analisi di una eventuale virata del mondo verso l’energia pulita. Smantellando i vari quartieri industriali di estrazione del petrolio e del carbone bisognerà garantire l’impiego reinventato a tutta la mano d’opera che verrà licenziata e abbiamo l’impressione che ad oggi non sia scontato.
Ci domandiamo anche le scorie dove le depositiamo, parliamo di scorie radioattive derivanti dal nucleare, perché con solo l’eolico, l’acqua e il sole non riusciremo a fornire energia per le esigenze di questo mondo pazzo troppo consumistico.
Perché è facile firmare un trattato o meglio ancora una lettera di intenti che non ti obbliga, e poi festeggiare, quando molti capi di stato, in particolare quelli emergenti, in cuor loro sanno che continueranno ad impiegare energia sporca come fatto fino ad oggi.
Tanto che il definito accordo storico è stato sottoscritto da 187 rappresentanti di altrettanti Stati sulla presenza di 195 rappresentanti. L’accordo storico parla di contenere l’aumento della temperatura del globo entro 1,5 gradi centigradi. Si parla di impegnarsi per contenere l’effetto serra, senza date precise e senza dei termini ben definiti. Tutto aleatorio per la gioia dei capi di Stato che hanno sottoscritto sapendo di non esserne vincolati. E questo è un accordo storico; no questa è la bufala del secolo e ce ne dispiace molto.
(ETiCinforma/rb)