Di illegale non c’é nulla, non c’é niente da impugnare se non la segatura che rimane per terra a fianco dei maestosi platani di via Comacini, tagliati ed abbattuti.
L’uomo è l’unica specie animale che distrugge il suo habitat. Nel Mendrisiotto la cementificazione avanza inesorabile e non c’è nulla che sembra poterla fermare.
Sembra quasi inutile elencare i pregi che gli alberi hanno perché in risposta ci si sente dire che son pericolosi (chissà come mai non rammento di aver letto di pedoni colpiti da rami in caduta libera, mentre di pedoni investiti da automobili…), che saranno ripiantati (come se una pianta di oltre 30 anni sia sostituibile da un fuscello giovane), di andare al bosco Penz a godere della natura, che non si viola il piano regolatore ecc ecc. Di giustificazioni per sostenere questo taglio ce ne sono a decine e sono stufa di ascoltarle. Mi sento un po’ come Celentano che cantava “la dove c’era l’erba ora solo case e cemento”. Questa frase ben riassume quello che sta succedendo dappertutto nel nostro distretto.
La pianificazione dovrebbe tener conto dell’importanza delle zone verdi anche all’interno delle cittadine e invece si preferisce cementificare ogni spazio libero possibile. Non è questo che vorrei per la mia cittadina. Prendendo spunto da quello che succede in Svizzera interna ci si rende conto che le alternative, a volerle cercare sono molteplici. Eco-quartieri, zone d’incontro tra uomo e natura, tetti e facciate vegetalizzate..mille sono le possibilità ma da noi si preferisce la scure. Che peccato.
Jessica Bottinelli
Candidata al Municipio di Chiasso