La Sezione ticinese dell’Associazione svizzera per la protezione del territorio dai grandi predatori segnala che anche durante l’estate in corso, come già nel 2020 e nel 2019, gli attacchi di lupi stanno creando molta apprensione tra gli allevatori e rendono ardua l’attività dei pastori sugli alpi.
L’ATsenzaGP sottolinea come le predazioni del mese di agosto in Val Bedretto, in alta Val di Blenio e nel Luganese siano avvenute su greggi custodite da pastori in permanenza e munite nella maggior parte dei casi, di cani da guardiania.
Ribadisce quindi che purtroppo le misure di protezione delle greggi proposte dalle autorità e messe in atto dagli allevatori, non riescono a impedire al lupo di predare, come già dimostrato in altre realtà europee. Una situazione di grande preoccupazione che non potrà che accelerare l’abbandono progressivo della pastorizia di montagna con gravi conseguenze dal punto di vista paesaggistico, economico, ecologico e sociale.
Esprimiamo la massima solidarietà alle persone colpite e rinnoviamo l’appello alle autorità federali e cantonali affinché riconoscano che la strategia finora adottata che prevede la protezione assoluta del lupo e la convivenza con l’allevamento è FALLIMENTARE. Lo scarico anticipato degli alpeggi che si è reso necessario in Mesolcina nello scorso mese di luglio ne è una conferma. Di conseguenza stigmatizziamo i toni tranquillizzanti espressi dagli uffici competenti in questi giorni.
La crisi generalizzata della pastorizia su tutto l’arco alpino, conseguenza della protezione assoluta risalente al 1979, decisa dalle autorità europee e svizzere impone alle stesse autorità di assumersi la relativa responsabilità. Il tempo delle mezze misure è terminato: o si avranno l’umiltà e il coraggio di modificare strategia oppure la fine della pastorizia sarà segnata.