AreaLiberale presenta con particolare preoccupazione i risultati della XII edizione del
Welfare Index, che segnala un livello di malessere sociale da record, raggiungendo i 126.5
punti. Questo incremento del 26.5% rispetto al valore del 2011, quando la base dell’Indice
era fissato a 100 punti, evidenzia un peggioramento costante delle condizioni di vita
reali e percepite in Ticino. E’ necessario un cambiamento radicale nelle politiche e
nelle strategie di welfare per affrontare efficacemente il malessere sociale.
Il Welfare Index, giunto alla sua dodicesima edizione, è uno strumento cruciale per
misurare il malessere sociale e combina 90 criteri statistici raccolti da 12 anni in modo
immutato partendo dalle fonti ufficiali (USTAT e i Rendiconti del Governo).
La metodologia di calcolo unisce la realtà dei fatti con la percezione dei cittadini, fornendo
così una visione dettagliata, accurata e complessiva del contesto sociale.
Considerazioni generali sui Dati del 2023 (per dettagli vedi allegato).
1) Il peggioramento sull’arco dei 12 anni di misurazione è ormai costante. La tendenza
di crescita del malessere post Pandemia ha ripreso definitivamente il suo corso
ascendente con una importante accelerazione negli ultimi tre anni: si sono aggiunti
ben 11 punti di peggioramento all’indice generale!
2) I sotto indici indicano delle dinamiche diverse tra di loro. In particolare nel dopo
Pandemia spicca l’accelerazione del malessere giovanile, quello delle famiglie,
l’impennata di quelli della delinquenza e del comportamento; più contenuto quello
del lavoro e praticamente costante da un decennio quello dovuto al bisogno
finanziario dei singoli, sussidiato dallo Stato in senso stretto.
3) Dal punto di vista economico sono evidenti due aspetti. La crescita del PIL sui 12
anni (+20.7%) non produce sufficiente benessere personale e prosperità collettiva
per rallentare o ridurre il malessere diffuso (+26.5%); la crescita continua della
spesa per il welfare (+31.9%) risulta inefficiente e inefficace per frenare o ridurre il
malessere diffuso. (vedi grafico)
4) Dal punto di vista politico sembra opportuno mettere in discussione le politiche, le
leggi e le risorse dedicate negli ultimi anni sia al Welfare che alla crescita
economica. Di scuro ci vuole un cambiamento.
5) Da una parte il dipartimentalismo e il partitismo, sempre più consolidati,
impediscono quelle soluzioni politiche necessarie con un approccio globale e
interdisciplinare al tema del welfare; dall’altra, il mercato del lavoro lasciato a sé
stesso, a volte saccheggiato, nonché la debole politica economica impediscono di
sottrarre un numero importante di cittadini dal malessere sociale.
6) Da ultimo l’analisi dei compiti dello Stato dovrebbe prioritariamente verificare:
efficienza e efficacia delle leggi che coprono il Welfare in senso lato (protezione dei
cittadini, socialità, formazione, lavoro); l’organizzazione amministrativa-burocratica
che regge il welfare; rifocalizzare il mondo dei beneficiari dello stato sociale e
rivalutare l’impiego selettivo delle enormi risorse finanziarie che oggi assorbe dando
risultati insufficienti.
Metodologia del Welfare index
Ricordiamo che l’indice è basato su una combinazione di misurazione oggettiva e
percezione soggettiva. I 90 indicatori quantitativi provengono da fonti ufficiali (USTAT e
Rendiconto del Governo), mentre la percezione soggettiva che va a ponderare gli
indicatori è influenzata da vari elementi, tra cui opinioni nei media, nei social, da studi e
ricerche, interventi e dibattiti pubblici e atti parlamentari.
Questa metodologia garantisce una misurazione accurata nel tempo (statistica
longitudinale) del malessere sociale, riflettendo sia dati oggettivi che percezioni individuali.
I 90 criteri statistici (fonte USTAT e Rendiconti del Governo) sono misurati, calcolati e
ponderati annualmente con una metodologia collaudata e immutata che vuole unire la
realtà dei fatti con la loro percezione.
Conclusioni
I risultati del Welfare Index 2023 di AreaLiberale richiamano attenzione sulla necessità di
interventi urgenti e mirati per migliorare la qualità della vita nel Ticino e ridurre le paure e lo
smarrimento dei ticinesi.
La crescita economica seppur in aumento, come il continuo aumento della spesa per il
welfare non sono sufficienti da sole per frenare e invertire la tendenza del malessere
diffuso.
E’ necessario un cambiamento radicale nelle politiche e nelle strategie di welfare
per affrontare efficacemente il malessere sociale.
Ma anche nell’operatività ci vogliono misure coraggiose di tipo organizzativo burocratico,
di impiego della sussidiarietà, di ridefinizione degli standard, di riqualificazione dei
beneficiari, di critica delle leggi in temini di efficienza ed efficacia; misure che non sono più
rimandabili. In ottica finanziaria poi, una chiara selezione delle priorità in funzione del “chi
spende meglio, spende meno” diventa cruciale per la sopportabilità e il finanziamento di
tutto l’impianto del welfare.