Comunicato APTdaiGP: posizione della nostra Associazione sul comunicato del Dipartimento del territorio del 9 settembre 2022.
Quando chiedi “che ore sono?” e la risposta è “fa bel tempo”
Non siamo purtroppo in grado di applicare il galileiano “eppur si muove” per caratterizzare le azioni recenti del Dipartimento del territorio (DT).
Nel comunicato del 9 settembre il DT ha riferito di un incontro avvenuto con un rappresentante dell’UFAM in merito all’aggravarsi della situazione sul fronte lupo in Ticino. Una delle beffe più sconcertanti che rileviamo in questo comunicato è la conclusione riferita dall’UFAM sul fantomatico branco dell’Onsernone, che non potrebbe essere oggetto di regolazione preventiva per la mancata riproduzione nell’anno corrente. Nelle nostre lettere al Consiglio di Stato e alla Direttrice del DATEC avevamo segnalato che non vi è nemmeno prova formale di riproduzione nell’anno precedente e che per questa ragione il “branco” non potrebbe nemmeno essere considerato tale, secondo le direttive in vigore, per cui continuiamo a ritenerlo “fantomatico”. Su questo argomento è stato quindi gettato un beffardo fumogeno. Impressiona pure la costatazione che questo sia l’unico caso menzionato di possibile abbattimento. Anche nell’intervista alla RSI il Direttore dell’Ufficio caccia e pesca (UCP) si è concentrato unicamente su questo aspetto come se fosse l’unico problema, e tralasciando accuratamente di commentare gli altri casi sospetti di superamento della soglia di danno critico segnalati nella nostra lettera inviata al Consiglio di Stato in forma elettronica il 29.08 e consegnata brevi manu il 31.08.
Anche se con imperdonabile ritardo, qualcosa si è pur mosso. Dopo le ripetute pressioni da parte delle associazioni di settore (soprattutto della nostra), l’UCP ha finalmente aggiornato il 9 settembre sul proprio sito WEB l’elenco ufficiale delle predazioni, elenco che si era arenato allo status del 18 giugno (!). Le nostre prime verifiche hanno permesso di costatare che questo aggiornamento è lacunoso, poiché mancano all’appello almeno due predazioni importanti. Abbiamo notato anche differenze importanti sul numero di animali predati rispetto a quanto da noi meticolosamente accertato. Vien da dire “esercizio NON riuscito”.
Una costatazione particolarmente scoraggiante è che in molti casi di attacchi elencati nel sito, l’indicazione lapidaria è “animali non adeguatamente protetti”. Ci permettiamo di sottolineare come questa valutazione venga effettuata seduta stante da un singolo funzionario che non può nemmeno basarsi su una lista ufficiale e standardizzata delle condizioni da verificare. Per questa ragione la valutazione deve essere considerata come “soggettiva” e dovrebbe essere impugnabile dai diretti interessati. Le conseguenze di tale valutazione sono pesanti. Da una parte il Cantone potrebbe essere tentato di ridurre il risarcimento per i capi non adeguatamente protetti, e dall’altra i capi predati non possono venire conteggiati ai fini di una procedura di abbattimento. A nostra conoscenza, i proprietari degli animali predati non hanno accesso a questo rapporto prima di ricevere la decisione di risarcimento. Sarà un nostro compito sollecitare gli uffici competenti affinché questo importante rapporto sia immediatamente reso noto ai diretti interessati e soggetto a eventuale opposizione.
Dopo aver esaminato i dati pubblicati nell’elenco, costatiamo comunque che dei nove casi problematici da noi segnalati, ne rimangono ancora pienamente aperti almeno cinque. Ad esempio non viene chiarito se il lupo che ha predato a Bosco Gurin a inizio giugno (e che è ritornato recentemente a predare nella medesima zona) appartenga effettivamente al “branco transfrontaliero” che aveva predato a Cerentino. I risultati dell’analisi del DNA di questo esemplare sono apparentemente noti e questo esemplare ha ampiamente superato la soglia di danno e potrebbe/dovrebbe essere oggetto di una procedura di abbattimento. Anche il lupo che ha ripetutamente predato uccidendo almeno 23 capi non proteggibili in valle Leventina ha ampiamente superato la soglia di danno rilevante e una sua soppressione dovrebbe essere esaminata. Recentemente vi è stata un’altra predazione di 15 capi in Verzasca su un alpeggio non proteggibile al confine con la Val d’Iragna dove un lupo aveva predato 9 ovini lo scorso mese di agosto. Su questi casi rimane invece un assordante silenzio. Per la serie: stanno continuando i tentativi un po’ ingenui di minimizzazione e di insabbiamento e le domande formulate nella nostra lettera consegnata a Bellinzona rimangono ancora inevase.
Sono ormai diversi mesi che le nostre richieste vengono trattate in questo modo oppure che ci viene risposto con argomenti obsoleti o che suscitano altre domande. Ergo: dal punto di vista pratico non c’è purtroppo “quasi niente che si muove”.
E invece sarebbe gran tempo di accelerare, visto che dal comunicato del 9 settembre si sono registrati ancora almeno 5 eventi di predazione ed è stata confermata dopo qualche tentennamento anche la presenza di una coppia con cucciolata che si aggira in Capriasca. Per la serie: la situazione continua ad aggravarsi, ma il Cantone NON ha cambiato marcia e le sue modalità di interazione con gli allevatori e con gli enti che li rappresentano non sono mutate. Questa incomprensibile mania di rispondere evasivamente a domande precise sta diventando assolutamente insopportabile e non fa che fomentare ulteriore apprensione e irritazione nelle cerchie interessate.
Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori – sezione Ticino