Un racconto che ha inizio con la dovuta dose di fantasia; quel sognare ad occhi aperti che solitamente contraddistingue i miei scritti. Mi vedo mentre poso sul un ripiano l’antico libro che stavo leggendo, accendo una sigaretta e vago con la mente sulle tracce dei ricordi. Quelli piacevoli, certo, ma anche quelli degli ultimi due anni. Mi adagio allora sulla grande poltrona, stendo le gambe su di un vecchio sgabello di legno intarsiato e con un pensiero riflessivo mi accorgo che la serenità degli ultimi tempi, contaminata dagli eventi sanitari e dai venti di guerra, ci impone oggi di essere ancora più incisivi nel voler conoscere e apprezzare ciò che ci circonda.
La fantasia lascia il posto alla realtà. Mi rendo conto che molte cose sono cambiate velocemente e che abbiamo, adesso più che mai, una marcata necessità di condividere dal vivo, a non sui social, emozioni ed esperienze. La voglia di ritrovarsi, di stare insieme, di valorizzare i luoghi e le loro peculiarità territoriali e personali di chi li abita. Il lavoro dell’uomo, la voglia di costruire e crescere le nuove generazioni e poi, perché no, la sentita speranza che tutto torni com’era.
E’ dunque facile comprendere come lo stare insieme a tavola, magari immersi in atmosfere agresti a contatto con la natura possa regalare quella serenità perduta. Forse solo attimi, ma di indubbio benessere fisico e psichico. I miei ricordi volano ad una giornata trascorsa nel Pinerolese alla scoperta di alcune realtà agrituristiche che con piacere vi vorrei segnalare.
Siamo nelle vicinanze di Torino, a pochi chilometri dalla bella città di Pinerolo, località ricca di storia che per certi versi parla italiano ma ha ancora il respiro francese. Questa è terra in cui nei secoli l’influenza e l’occupazione transalpina si è fatta sentire. Il mio percorso ben si addice per una bella gita fuori porta per chi vive nelle vicinanze, quelle gite armoniose come costumava un tempo. Ma risulta anche motivo di soggiorno più prolungato per coloro che vogliono conoscere altri anfratti di Piemonte, forse meno conosciuti ma che nulla hanno da invidiare a quelli più blasonati. D’altronde è risaputo che non sempre i grandi artisti sono celebri. Ma poi lo diventano!
Vi porto il località Santa Brigida di Pinerolo presso l’agriturismo “Dai Dellerba”. Qui il panorama e le vigne fanno da cornice ad un ambiente giovane e al contempo tradizionale. La gestione è squisitamente famigliare e l’offerta è ricca e diversificata. Dalle cene agli eventi enogastronomici, sempre dedicati alla cucina tipica del territorio. Producono frutti di bosco, come i deliziosi mirtilli e circa 7 mila bottiglie di vino. Vini come Freisa, Barbera, Timorasso, Favorita. Pinerolese Doc bianco e Pinerolese Doc rosso.
C’è poi la stalla, con in prevalenza animali di razza bovina piemontese, e qui si lavora con la linea vacca vitello, ovvero animali da carne. La proposta culinaria è molto varia e i piatti sono di eccellenza. La celebre battuta di Fassone, il girello con salsa tonnata, i tajarin e gli agnolotti ripieni di carne, l’arrosto marinato nel Freisa accompagnato dalle patate di loro produzione. Non mancano poi degli ottimi succhi di frutta.
Cambio località e mi sposto verso Torino. Raggiungo il comune di Piossasco dove scopro un nuovo punto gastronomico: si chiama “Agribrasserie Cascina Dujs”. Parlo di un luogo che si fonde benissimo nel contesto agricolo della zona. E’ un ambiente informale dove le porzioni nel piatto sono molto generose: diciamo che hanno una taglia in più. Le persone che ci lavorano sono cordiali e preparate mentre la cucina, decisamente piemontese, è particolarmente abile nel declinare in varie sfumature il grande valore della carne di razza piemontese. I piatti sono anche qui quelli tipici della tradizione regionale motivo per cui oltre alle carni, di produzione rigorosamente aziendale, sono interessanti le verdure, i pesci d’acqua dolce e i dolci della nonna come il bonet, la panna cotta e le torta di nocciole.
Il mio viaggio prosegue, ho ancora un agriturismo da vivere, ma prima mi regalo una pausa culturale presso una dimora storica: Villa Lajolo. E’ situata sempre nel Comune di Piossasco e altro non è che una villa di campagna risalente alla metà del settecento. Ad attendermi c’è Alberto De Vecchi Lajolo che gentilmente, con il supporto di un tecnico specializzato, mi invita a visitare il giardino all’italiana e i suoi tre livelli. C’è poi un giardino all’inglese contraddistinto da un’alta siepe di tassi e l’orto.
Visito alcune stanze delle villa e con piacere apprendo che vengono organizzate visite guidate per il pubblico, ed ecco che allora, se vi regalate un giro da queste parti, oltre alle tante altre attrattive non trascurate l’antica dimora settecentesca.
Il terzo agriturismo che ho in programma è situato nel Comune di Orbassano: Agriturismo Cascina Gorgia. E’ una storica location del cinquecento, le sale sono ampie e in grado di ospitare molti commensali: facile comprendere che è luogo idoneo per un pranzo in famiglia, o tra amici, ma anche per eventi e cerimonie. La cucina è quella tipica del territorio e la carne piemontese la fa da padrona. A tal proposito vo segnalo la possibilità non solo di gustarla nei piatti preparati ma anche di acquistarla presso l’agrimacelleria aziendale posta al fiano dell’agriturismo.
Gli spazi esterni sono molto ampi e vi trovano posto molti animali da cortile e non, e poi, per chi volesse vivere un momento storico romantico gli amici della cascina offrono la possibilità di un tour in carrozza nel vicino parco di Stupinigi.
Andare a ritroso nel tempo per vivere ai giorni nostri, ritrovare quel pizzico di spensieratezza di cui tanto abbiamo bisogno, rivalutare i tesori di casa nostra, apprezzare le giovani generazioni che nel mondo agricolo vedono il loro futuro. Una gita fuori porta o una vacanza prolungata su di un territorio che ha tanto da offrire sia in termini culturali e che gastronomici. I vini abbracciano i castelli e le dimore storiche, l’allevamento dei bovini di razza piemontese fa da sfondo alla storia secolare, l’agricoltura è ingrediente fondamentale per le prelibate ricette.
Uno dei miei tanti viaggi attraverso le nostre regioni e i loro sapori; per questo percorso pinerolese a pochi passi dalla mia Torino devo un grazie alla Cia – Confederazione Italiana Agricoltori – che mi ha accompagnato e supportato affinché comprendessi meglio il lavoro delle famiglie che ho avuto il piacere di incontrare.
Fabrizio Salce