Sabato 5 settembre una variopinta carovana di 1200 motorini ha colorato di divertimento e fantasia le strade del Ticino
Non li ha spaventati il temporale che nella notte si è abbattuto su Lugano e nemmeno la pioggia che li ha accompagnati per parte del percorso: gli eroi nulla temono.
Alle 10:00 circa si sono presentati puntuali allo Stadio di Cornaredo indossando caschi vichinghi ed elmi militari, vestiti da indiani, orsi bruni, dalmata, hippy, clown.
Con rimorchi che trasportano fiori e gonfiabili dalle forme più stravaganti ma anche in accappatoio pronti per la doccia o vestiti anni Trenta con una pipa in bocca, giaguari e ballerine classiche con tanto di tutù e chiodo.
Alle 11:30 si sono disposti ai blocchi di partenza in sella ai loro “cinquantini” addobbati con fiori, pelusche, bandiere e frange di pelle ai manubri suddivisi in 4 gruppi da 300 l’uno, pronti a percorrere i circa 120km del percorso.
Alle 11:45 il Sindaco Borradori, starter ufficiale della manifestazione, era già pronto con la pistola in mano ed erano già in molti a “sgasare” e a suonare i loro fantasiosi clacson.
A pochi minuti dallo start, ai blocchi di partenza la tensione era sicuramente palpabile anche perché, in prima fila, grintoso come solo un fuoriclasse sa essere, c’era il pluripremiato campione del mondo del motomondiale Dani Pedrosa, per l’occasione a bordo di un mezzo dalla potenza davvero inusuale per lui.
Su di lui tutti erano puntati gli occhi soprattutto delle centinaia di fan che nel corso della giornata sono arrivati a cercarlo e che hanno fatto a spintoni per farsi un selfie con il campione.
Un minuto prima di mezzogiorno una nuvola solitaria ha oscurato il sole, quasi un presagio degli imprevisti che gli eroici 1200 centauri avrebbero dovuto affrontare lungo il percorso a tratti bagnato dalla pioggia ma alle 12:00 in punto, come risvegliati di soprassalto dal fragoroso colpo di pistola, tutti si sono immediatamente messi in moto, salutando e sorridendo alla folla che nel frattempo si era riunita per curiosare.
I partecipanti alla sesta edizione della Red Bull Alpenbrevet, la prima in Ticino, sono arrivati da ovunque: Austria, Germania, Francia, Italia, Inghilterra, Repubblica Ceca. Oltre che naturalmente dalla Svizzera e dal Ticino.
Uomini e donne di qualunque età, dai ventenni agli ottantenni, tutti con un unico obiettivo: divertirsi e sfidare sé stessi e il proprio mezzo lungo i 120 chilometri del percorso.
Lugano, la Capriasca, il Monte Ceneri per raggiungere Cadenazzo, Gambarogno, Indemini, Maccagno, Luino. E poi Fornasette, Castelrotto e il passaggio lungo tutto l’Alto Malcantone fino a Gravesano, Bioggio e infine l’ultima tratta sul lungolago di Lugano per raggiungere nuovamente il villaggio allestito nei pressi dello stadio.
Tanti curiosi e appassionati, la pioggia a Lugano non è mai fortunatamente arrivata, hanno poi atteso per ore i centauri allo Stadio Cornaredo, per incoronare i vincitori, i fortunati che sono riusciti ad arrivare nel tempo più vicino a quello decretato dalla media dei tempi di tutti gli arrivi.
Una straordinaria atmosfera festosa ha coinvolto tutti, non solo i partecipanti con i loro “bolidi”.
Lungo la linea di partenza Red Bull aveva infatti disposto stand enogastronomici che hanno aiutato a creare l’atmosfera giusta.
La musica diffusa, la goliardia che ha pervaso l’area e il Museo del motorino che ospitava esemplari rari come il Dufaux del 1905 con l’originale motore a stella di 7 cilindri e il Ducati Cucciolo del 1952 con il suo motore ad aste e bilancieri hanno attirato l’interesse dei tanti visitatori accorsi all’evento.
La serata si è poi conclusa con un’accattivante festa animata dal noto Dj Fatoni che ha messo le ali a tutti i presenti con un ritmo in perfetto stile Red Bull.
Come confermato dal Sindaco Marco Borradori, Lugano e il Ticino anche in un evento come la Red Bull Alpenbrevet hanno saputo confermarsi un luogo ideale per le bellezze naturali e l’ospitalità, non solo della gente ma anche delle Istituzioni comunali e cantonali.
Red Bull con la sesta edizione di questa originale manifestazione, conferma in pieno la sua tradizione nello sperimentare eventi sempre (molto) fuori dal comune.