Il movimento sindacale deve esistere ma in connotazioni diverse da quelle di oggi. In un momento dove il cambio ha creato fibrillazioni importanti nel mondo lavorativo, sia presso gli imprenditori che presso i lavoratori, stiamo assistendo a decisioni assolutamente non condivisibili. Sarà possibile da subito, per le aziende in difficoltà, richiedere delle indennità per lavoro ridotto (ILR). Questo è stato deciso in questi giorni dal CF Schneider-Amman. La segreteria di Stato (SECO) tratterà le eventuali domande presentate dagli imprenditori. Ci viene da pensare, e ne siamo convinti, che la decisione di disancorare il franco Svizzero sia avvenuta da parte delle autorità Federali con la cognizione di causa. Questa decisione avrebbe portato fibrillazione nel mondo economico e allora, consci della situazione, subito un cerottino per chi rischia la chiusura, oppure meglio ancora, per i grandi imprenditori, che muovono le corda a Palazzo si a Berna che a Bellinzona. Di certo il piccolo artigiano avrà enormi difficoltà a richiedere l’attuazione di questa misura. Detto questo ecco che in un momento di campagna elettorale i sindacati con i loro sindacalisti urlano in ogni dove, con dietro i propri partiti che li sostengono. Vuoi siano i socialisti che dettano le regole a UNIA o i PPD che le dettano a OCST, come altri movimenti minoritari di sinistra dura che fanno dei loro sindacalisti i tutori di una verità partitica. Come facciamo a fidarci dei sindacalisti che giornalmente denunciano situazioni deplorevoli, facendo attenzione di non andare ad affondare colpi agli imprenditori del partito che li finanzia? Ci rendiamo conto che in questo stato di cose i sindacalisti sono legati a doppia mandata con i vari partiti di riferimento, basti leggere i vari giornaletti che editano per comprendere come il sindacato oggi non ha senso di esistenza se legato ai partiti. Il sindacato deve esistere, in quanto entità indipendente e dovrebbe obbligare i suoi adepti a non partecipare alla vita politica. Ora ci ritroviamo sindacalisti presidenti di partito, sindacalisti in corsa per un posto in CdS oppure in parlamento, sindacalisti che usano la loro posizione per ottenere maggiore visibilità per loro medesimi affinché possano essere eletti nei gremi politici e via dicendo. Come facciamo a credere a questi sindacalisti che parlano a nome del partito e a nome del sindacato ma che a lato pratico difficilmente difendono che devono difendere, i lavoratori. Il sindacato gira nei vari cantieri e negozi per procacciare aderenti che paghino la quota, perché questa è la loro preoccupazione. Vorremmo vedere questi sindacalisti nostrani e etichettati con i loro partiti di fronte a 5000 operai ticinesi “incazzati” che hanno perso il posto di lavoro a scapito di 10’000 nuovi frontalieri. A nostri lavoratori serve un movimento sindacale che conosce il territorio e che difenda i diritti dei lavoratori locali, tenendo presente anche le esigenze della classe padronale. Di tutto il resto ne faremmo volentieri a meno !!! (ETC/RB)