A seguito delle notizie riportate dai media relative alla progettazione della nuova Valascia, la Conferenza delle Associazioni tecniche del Cantone Ticino CAT esprime forti perplessità in merito, disapprovando in particolare le modalità procedurali adottate.
La nuova Valascia costituisce un’opportunità per l’intera Leventina. Si tratta di un’opera importante prevista in una zona sensibile che deve durare nel tempo. Un’occasione unica per inserire nel contesto regionale un elemento di importanza economica e sportiva con indotti cantonali significativi e visibilità a livello nazionale. Diventa quindi ancora più importante partire con il piede giusto.
L’esperienza insegna che le prime fasi di un progetto sono decisive per il suo successo. Il committente deve innanzitutto definire le proprie esigenze tramite l’allestimento di uno studio di fattibilità chiaro ed esaustivo. Solo in seguito risulta sensato procedere con la progettazione, in particolare con l’allestimento della domanda di costruzione e del ASIAT preventivo. Sono questi gli elementi che garantiscono le basi di sicurezza per il successo del progetto.
ATRA
Nel caso concreto, secondo quanto riportato dai media, diversi elementi di fattibilità ATS dell’intera operazione non sono ancora chiari. Il committente non è ancora riuscito a definire in modo sufficientemente esaustivo i contenuti della nuova Valascia. Malgrado ciò, CSEA pensando di guadagnare tempo, la progettazione si trova comunque già a uno stadio avanzato, quasi pronta per la domanda di costruzione.
FAS
La prassi vorrebbe che in casi simili, sulla base di uno studio di fattibilità, si organizzi un FSU concorso di progetto. Solo così gli interessi del committente possono essere salvaguardati al meglio sotto tutti i profili (architettonico/funzionale, costi e tempistica) e generare un OTIA accrescimento culturale generale. Il concorso di progetto permette infatti al committente di
scegliere, tra più proposte, il progetto che meglio soddisfi le specifiche esigenze fissate dal SIA committente stesso nelle condizioni di gara.
Dopo aver promesso e preparato un concorso di progetto, purtroppo, la committenza ha inaspettatamente scelto un’altra via, piuttosto singolare, che lascia gli addetti ai lavori, e non solo, alquanto perplessi e preoccupati. Dopo uno studio di fattibilità che apparentemente non ha permesso di fissare i giusti e necessari paletti per poter proseguire con sicurezza e ritenendo non più possibile organizzare un concorso di progetto (promesso e declamato già nel 2012 e nel 2013), il committente ha optato per un incarico diretto parziale e condizionato, che prevede la retribuzione indiretta di una parte di prestazioni e la donazione di altre. L’incarico è inoltre vincolato alla rinuncia di una parte dei sussidi e alla promessa di comunque rispettare in seguito (dopo l’ottenimento della licenza edilizia) le regole della libera concorrenza, della parità di trattamento, della trasparenza e dell’uso parsimonioso dei soldi pubblici.
Un simile procedimento non è assolutamente condivisibile perché, oltre a essere un pericoloso precedente, crea l’illusione di aver trovato la giusta via per realizzare velocemente dei progetti, risparmiare dei soldi e attribuire mandati a chi di proprio gradimento.
La CAT si chiede quindi:
• Come può una simile anomala procedura garantire un’efficace e corretta gestione dell’intero progetto, il controllo dei costi, il controllo dei tempi di esecuzione e quindi il successo dell’intera operazione?
• Coloro che hanno beneficiato inizialmente di un incarico diretto avranno un diritto preferenziale per le fasi successive che verranno, come riportato dai media, messe in concorrenza?
• La donazione di prestazioni implica comunque l’assunzione di responsabilità?
• Spezzettando i vari interventi dei vari progettisti in fasi e sotto-fasi distinte, come saranno gestite le singole responsabilità?
• Gli incarichi diretti ricevuti dai vari progettisti sono compatibili con la deontologia professionale?
• Gli aspetti non ancora chiariti dallo studio di fattibilità quando verranno fissati e quali implicazioni avranno sull’attuale progettazione?
• Dal lato legale, risulta credibile ritenere sufficiente di scorporare i sussidi pubblici per non essere assoggettati alla legislazione sulle commesse pubbliche?
• Chi vigila sulla corretta utilizzazione dei fondi pubblici (sussidi) messi a disposizione per la successiva fase realizzativa?
• La messa a disposizione di un terreno a titolo gratuito da parte dell’ente pubblico come deve essere valutato legalmente dal punto di vista delle commesse pubbliche?
ASIAT
• Con quali modalità e in che tempi sarà gestito il progetto di smantellamento, messa in sicurezza e riqualifica dell’area dell’attuale pista della Valascia?
ATRA
Troppi sono ancora gli aspetti tecnici, strategici e giuridici non chiari. L’urgenza ritenuta ATS vincolante dalla committenza giustifica un simile procedere pieno di incertezze?
La CAT considera ancora possibile poter adottare una procedura più affidabile e CSEA d’interesse pubblico, in particolare organizzando un concorso di progetto. Con la volontà di voler intervenire in modo costruttivo, tra le varie azioni previste, la CAT contatterà FAS direttamente la committenza, rispiegando, come già avvenuto negli ultimi anni, la necessità FSU di organizzare un concorso di progetto e indicando possibili correttivi concreti da adottare.
La CAT interverrà inoltre presso l’Autorità politica cantonale, chiedendo l’adozione di OTIA provvedimenti volti a evitare in futuro il ripetersi di simili situazioni. Con le azioni previste, la CAT, oltre che agire a favore dei propri membri, vuole contribuire in modo costruttivo a SIA salvaguardare l’interesse pubblico ed evitare la messa in pericolo di un progetto così importante per la Leventina.