Quando seppe che Gesù era galileo, Pilato tentò di passare il caso a Erode Antipa, tetrarca della Galilea. Fallito questo tentativo, Pilato cercò di fare in modo che la folla radunata davanti al suo palazzo chiedesse la liberazione di Gesù, secondo la consuetudine di rimettere in libertà un prigioniero in occasione della Pasqua. La folla chiese a gran voce la liberazione di Barabba. — Luca 23:5-19.
Può darsi che Pilato volesse fare ciò che era giusto, ma voleva anche tutelarsi e accontentare la folla. Alla fine mise la carriera al di sopra della coscienza e della giustizia. Si fece portare dell’acqua e si lavò le mani, dichiarandosi innocente del sangue dell’uomo che mandava a morte.* Pur essendo convinto che Gesù era innocente, Pilato lo fece fustigare e permise ai soldati di schernirlo, picchiarlo e sputargli addosso. — Matteo 27:24-31.
Pilato fece un ultimo tentativo per liberare Gesù, ma la folla gridò che se lo liberava non era amico di Cesare. (Giovanni 19:12) A questo punto Pilato cedette. Commentando la sua decisione, uno studioso ha detto: “La soluzione era semplice: mettere a morte quell’uomo. Non ci sarebbe stato altro da perdere che la vita di un ebreo apparentemente insignificante; era da sciocchi mettersi nei guai a motivo suo”.