Campagna elettorale 2015; partiti i primi scoppiettanti outsiders. I pezzi da novanta arrivano a ruota.
Siamo in clima elettorale e lo si sente con i cavallini ruspanti che iniziano a fare comizietti e riunioni, che spallano per avere un posto in televisione e via dicendo. I pezzi da novanta, che sono quasi certi di venir eletti in Consiglio di Stato entreranno in scena dopo con la certezza della visibilità, vuoi anche perché già da anni sulla breccia politica. Di dubbi pochi, di outsider anche forti parecchi, o forse li chiamiamo illusi di poter fare risultato quando sono stati chiamati in quelle posizioni dai notabili perché sanno che prenderanno la scena, con sortite forti che faranno male al oro stessi ma che aiuteranno a far parlare dei partiti e dei candidati quelli che possono entrare nella stanza dei 5. Forse solo due dubbi sui risultati sembrano essere: la Lega ne farà ancora due se si’ oppure se no, chi sarà quello che verrà spiumato. Non certo l’ultimo subentrato. I PPD, con una lista forte o almeno con giovani interessanti che fanno fare fondo al partito e raccoglieranno voti sparsi un po’ ovunque vivrà sul duello Regazzi-Beltrafacebook, un duello voluto dallo stesso presidente che 4 anni orsono perdeva il confronto con Beltrasanitàfacebook per una manciata di voti ecco allora affiancare in lista un pezzo da novanta come Regazzi, che possa piacere o meno, ma di certo sarà una macchina da votazione per motivi anche extra-politicheggianti. Ecco il tema stà in questi due punti tutto il resto è colore. Poi chi si appella a sostenere situazioni a favore di frontalieri o comunque gente che ha mangiato bene nel nostro piatto, solo perché le loro nazioni di provenienza non sono in grado di affrontare le tematiche dei loro a casa loro, non può certo sperare di farcela. Leggiamo su Facebook, veicolo privilegiato per i politici per scrivere e commentare, come vi siano situazioni di frontalieri che perdono il posto di lavoro senza citare neppure lontanamente che vi sono famiglie ticinesi in situazioni altrettanto difficili alle quali sarebbe un dovere intimo e concreto che i politici si occupassero di loro. Ma insomma oltre 65mila frontalieri (gente che non ha un futuro a casa loro) minano eccome il benessere della nostra famiglia ticinese. Pur dispiaciuti per situazioni difficili, noi siamo molto, ma molto più dispiaciuti, o meglio diciamo ”incazzati neri” nel vedere uomini e donne ticinesi che perdono il lavoro solo perché non accettano paghe da ”fame” e anche perché dall’altra parte si accetta di tutto e di più. Sappiamo tutti che 2600 fr al mese per un frontaliere è come se un ticinese guadagnasse fr 10mila al mese e allora qui stanno le soluzioni o qui si devono trovare le soluzioni !!! Non certo prendendo ad esempio situazioni a noi vicine territorialmente ma di cui noi non ne siamo in nessuna maniera responsabili. Fate una volta la coda alle 18’00 di sera sulla Lugano-Mendrisio e guardate le macchine e le targhe. Macchine proletarie ai ticinesi e grandi Van ai frontalieri, questo solo per dire lo stipendio da fame ticinese per loro permette il lusso più sfrenato senza poi ascoltare certi discorsi che ledono anche l’onore del Ticino, quel Ticino che dà loro il pane che la propria nazione non ne è in grado. Se i nostri candidati di secondo cerchio vogliono cercare di penetrare in questa campagna elettorale ritagliandosi uno spazio di visibilità ci dicano come vogliono risolvere i problemi dei ticinesi e la smettano di ”starnazzare” contro gli uni e contro gli altri. Noi, gente comune, quelli che quando arriva la fattura del dentista dobbiamo chiedere la rateizzazione, dei frontalieri e delle loro situazioni poco ci importa. Come poco ci importa andare a comizi per sentire ”sputare veleno” sugli avversari. Non ci interessa vorremmo poter votare candidati che ci dicono come risolvono i nostri problemi, fermo restando che noi cittadini ci impegniamo a fare la nostra parte: lavorare, rispettare e cercare di portare avanti le nostre famiglie in un sistema decoroso compatibile con quanto ci viene offerto.
Anche perché alcuni candidati già scesi in arena a fare campagna è gente che può permettersi di non lavorare per 6 mesi e girare in tutti i 135 comuni del cantone per mettersi in mostra. La campagna elettorale non è mica un concorso di bellezza dove serve apparire, la campagna elettorale deve permetterci di conoscere le idee e le intenzioni dei vari candidati per permettere a noi che votiamo di votare con la convinzione di eleggere candidate che ci rappresentano sul serio e non candidati che fanno il gioco delle varie lobby o presunte tali. Un operaio normale non potrà mai, diciamo mai, chiedere di non lavorare per sei mesi per dedicarsi alla campagna elettorale per non farcela e riuscire forse ad avere una poltrona in Gran Consiglio dove riuscirà ad ottenere ca. 30 mila franchi all’anno per gettoni di presenza ed altro. Peccato perché a noi piacerebbe avere in consiglio di stato un idraulico, una casalinga che faccia ancora la pasta in casa, un avvocato (uno solo basta e avanza) e magari un sindacalista non servo del potere ma vero sindacalista sensibile alle tematiche. Tutto il resto non ci interessa e se ascoltiamo i discorsi al bar come noi sono in tanti a pensarla…..
Chiaro che il nostro giornale non sosterrà nessuno, ma un occhio di riguardo ai giovani candidati e alle donne, come anche ai candidati di provenienza da zone discoste dai grandi centri, lo abbiamo sempre dato e continueremo a farlo, indipendente dal partito di appartenenza. perché vorremmo un Ticino giovane, fresco e finalmente con amministratori vicino alla gente. Siamo per le persone e non per i partiti e spetta alle persone cercare di convincere della loro bontà e che potrebbero rappresentarci convenientemente come un popolo laborioso e onesto quale il ticinese merita assolutamente.